Rinnovare il Vecchio Continente con le mani e gli occhi dei giovani
di Stefano Liccioli · «Tu, ragazzo dell’Europa, non perdi mai la strada». Sono i versi di una canzone del 1982 che Gianna Nannini dedicò ad un ragazzo polacco che fuggiva dall’oppressione del regime comunista del suo Paese per viaggiare per l’Europa.
Stando a contatto con le nuove generazioni ho infatti il dubbio che per loro il grande sogno dell’Europa unita troppo spesso si riduca ad avere nel proprio portafoglio le stesse monete dei propri coetanei tedeschi o francesi oppure nel conoscere i nomi di qualche istituzione con sede a Bruxelles o Strasburgo.
Ovviamente la colpa non è loro, ma degli adulti che hanno trasmesso (più o meno consapevolmente) un’immagine della Europa riduttiva per non dire fuorviante, molto lontana dal sogno, per esempio, di uno dei padri fondatori dell’Unione Europea, Alcide De Gasperi che affermava:« Se noi costruiremo soltanto amministrazioni comuni, senza una volontà politica superiore vivificata da un organismo centrale, nel quale le volontà nazionali si incontrino, si precisino e si animino in una sintesi superiore, rischieremo che questa attività europea appaia, al confronto della vitalità nazionale particolare, senza calore, senza vita ideale».
In questa ottica ha fatto bene il Santo Padre a rivolgersi ai partecipanti alla Conferenza europea dei giovani che si è svolta a Praga dall’11 al 13 luglio indicando loro alcuni riferimenti ideali. Prendendo spunto da una possibile e suggestiva etimologia del nome “Europa” che risalirebbe all’espressione “eurús op”, cioè “occhio grande”, evocativa dunque della capacità di guardare oltre, il Papa ha detto:«Penso a voi, giovani europei, come a persone dallo sguardo ampio, aperto, capaci di guardare oltre». Ed ha poi aggiunto:«Vi incoraggio ad essere intraprendenti, creativi e critici […] Avete il diritto di ricevere il meglio per voi stessi così come i vostri educatori hanno il dovere di dare il meglio di se stessi».
Il pontefice ha richiamato poi il Patto Educativo Globale siglato nel 2019 tra gli educatori di tutto il mondo per educare le giovani generazioni alla fraternità. Egli ha in particolare sottolineato il valore dell’inclusione e la cura della casa comune.