Quegli anni che pesano ancora sulla nostra memoria
Proprio nella prospettiva di costruire una memoria collettiva, più ampia possibile, è significativo notare come negli ultimi tempi la narrazione degli “Anni di piombo” sia affidata anche ai parenti delle vittime e non solo a storici, giornalisti o ai responsabili dei crimini. Penso al racconto di Benedetta Tobagi, figlia di Walter ucciso nel 1980 da un gruppo terroristico di estrema sinistra, o a quello di Luca Tarantelli, figlio di Ezio ucciso dalla Brigate Rosse nel 1985.
«Ho sempre pensato che la pacificazione passi attraverso le parole e le azioni, anche quelle minime, anche quelle sussurrate», ha scritto nel suo libro la signora Gemma.