di Dario Chiapetti · Luis E. Larra Lomas, francescano conventuale, presenta al pubblico italiano il suo studio dal titolo, costituito da una citazione di Rnb XXIII, 8: FF 69: «Ci salverà per sua sola misericordia». L’escatologia degli Scritti di San Francesco d’Assisi (Edizioni Biblioteca Francescana, Milano 2021, 167 pp., 18 euro). Come scrive fin dalle prime pagine, il suo obiettivo è quello di puntare l’attenzione sul contenuto escatologico presente negli scritti del Santo d’Assisi. Tale intento è degno di nota almeno per tre motivi. In primo luogo per l’importanza che l’Autore mostra che l’escatologia ricopre negli scritti di Francesco, come è attestato peraltro dal fatto che le fonti francescane presentano senza mezzi termini il Santo come uomo escatologico, «uomo di un altro mondo» (1Cel 36: FF 383), «uomo nuovo e di un altro mondo» (1Cel 82: FF 462), «il nuovo evangelista di questo ultimo tempo» (1Cel 89: FF 475), «un uomo dell’altro mondo» (LegM IV, 5: FF 1072). In secondo luogo per il fatto che si registra una scarsa considerazione da parte degli studiosi verso questo aspetto, non secondario, del pensiero e della figura del Santo. In terzo luogo per l’importanza della dimensione escatologica per la fede cristiana, spesso ripiegata sul presente e/o sul passato, dimentica del futuro, o addirittura guardinga nei suoi confronti.
Il testo risulta suddiviso in tre parti. Prendendo in esame gli scritti del Poverello, nella prima parte passa in rassegna le occorrenze dei riferimenti escatologici, nella seconda parte individua e presenta la concezione dell’escatologia sanfrancescana come intervento finale di Dio nella storia della salvezza, nella terza parte studia i contesti vitali escatologici.
Quanto alla prima parte l’Autore evince come Francesco, senza aver sviluppato un’escatologia in maniera sistematica, faccia continui riferimenti ad essa, in vario modo, in tutti i generi letterari dei suoi scritti (testi legislativi, epistolari, esortativi, preghiere), presentandola come un aspetto centrale della vita cristiana che, come tale, si indirizza a tutte le creature. In secondo luogo emerge come l’escatologia di Francesco risenta, da un lato, del pensiero del suo tempo (medievale e in particolare di Anselmo da Canterbury), con una concentrazione sui novissimi, dall’altro, della concezione biblica, con la sua prospettiva storico-salvifica, che porta a comprendere la storia come l’attuarsi dell’azione di Dio mediante i tre momenti fondamentali della creazione, della redenzione (morte e risurrezione di Cristo) e della salvezza finale (seconda venuta di Cristo), in cui tutta la Trinità è protagonista, la cui azione è compresa prevalentemente nella sua centratura cristologica.
Nella seconda parte è approfondito e sistematizzato proprio il suddetto aspetto.
Nella terza parte sono analizzati i contesti vitali escatologici negli scritti dell’Assisiate. Essi rivelano l’importante nesso tra l’escatologia e la vita presente, sia nel senso che la vita presente, quando è illuminata dalla luce del vangelo, considera la prospettiva escatologica di quest’ultimo e si ordina ad essa, sia nel senso che la vita presente, quando è illuminata dal vangelo, è manifestazione anticipata dell’escatologia stessa. In particolare, la visione escatologica di Francesco ha a che fare, in primo luogo, con la conversione e la sequela, che si identificano con la perseveranza nella penitenza: «la vita nella penitenza è l’atteggiamento proprio di coloro che vivono nello spazio tra la redenzione e la salvezza finale» (p. 108). L’escatologia è connessa, in secondo luogo, alla fraternità e alla povertà: «Francesco mette in rilievo la relazione fraterna come espressione della modalità trinitaria di essere e di agire di Dio, e vede nella fraternità un anticipo della vita futura» (p. 109), la quale «si esprime nel servizio che nasce dall’umiltà, nella fedeltà alla vita di penitenza e alla sequela caratterizzata dalla povertà» (p. 118). In terzo luogo il carattere escatologico della vita cristiana si rende visibile nella parola di Dio e nell’eucaristia. Riprendendone la concezione scritturistica, Francesco sottolinea il fatto che la loro accoglienza da parte dell’uomo realizza il suo ingresso anticipato nella vita eterna. Non da ultimo la dimensione escatologica è ravvisata nella missione (la forma dell’essere presenti nel mondo) e nell’evangelizzazione (la modalità di realizzare tale forma). Esse si concretizzano nell’essere forestieri e pellegrini in questo mondo (cf. 2Test 24: FF122), ossia nel passaggio dalla mondanità terrena alla filiazione divina e nell’annuncio del Dio creatore, redentore e salvatore.
A Larra Lomas va decisamente riconosciuto il merito di aver posto all’attenzione la questione, per lo più tralasciata dagli studiosi, dell’escatologia negli scritti di Francesco d’Assisi, offrendo un testo che ne fornisce un importante inquadramento. È quello dell’escatologia un aspetto centrale non solo in Francesco ma nella stessa rivelazione biblica e quindi in ogni riflessione teologica. Esso va oggi riscoperto, anche nelle sue implicazioni in altri ambiti del pensiero e della prassi cristiane, come ad esempio quella formativa. Come viene osservato, quest’ultima sarà centrata sul dato escatologico – pertenente quindi al futuro, ma anticipato nella vita spirituale e sacramentale, quale elemento ordinatore del cammino ascetico e suo motore – dell’uomo destinato alla piena partecipazione alla vita divina, realtà che riguarda non il singolo ma il singolo in relazione all’intera collettività umana (cf. p. 142). Non da ultimo, il presente testo fornisce viva attestazione del senso più umanamente pro-vocante dell’escatologia: l’escatologico è l’uomo creato-redento-salvato. È Francesco, è ogni uomo dell’altro mondo, in questo mondo. Ciò che ognuno è chiamato ad essere.