di Gianni Cioli · Il volume, a cura di Paolo Carlotti raccoglie gli Atti del Convegno “Identità e differenza sessuale. Il gender e la teologia”, organizzato nei giorni 7-8 marzo 2018 presso l’Università Pontificia Salesiana.
Come sintetizzato efficacemente nella quarta di copertina il progetto del Convegno è maturato nella consapevolezza che la teologia «mantiene la propria reale attualità nel ricercato incontro e confronto con le sfide che la fede cristiana riceve dalla contemporaneità, complessa, plurale e globale». L’attuale «radicale ripensamento culturale e intellettuale in atto concernente l’identità e la differenza sessuale» – una sorta di epocale cambiamento di paradigma –, pur nella sua problematicità è stato così «colto dall’Istituto di Teologia Dogmatica come momento propizio» per l’annuncio e il dialogo.
Il volume si articola in otto capitoli che riprendono gli interventi presentati nel corso del convegno.
Il primo capitolo, Identità di genere nella prospettiva psicoevolutiva, (pp. 17-38) riporta la relazione presentata congiuntamente da Carla de Nitto e Susanna Bianchini, della Facoltà di scienze dell’educazione dell’Università Pontificia Salesiana, le quali hanno analizzato, dal punto di vista psicologico, la profonda e peculiare dinamica evolutiva dell’identificazione sessuale e hanno così fatto emergere il carattere fortemente processuale e plastico dell’identificazione sessuale. In sostanza, muovendosi nell’ambito di una prospettiva personalista, le autrici riconoscono il costrutto sociale del sesso, oltre ma non senza il biologico.
Il secondo capitolo, L’‘approccio gender’: limite, opportunità e sfida, (pp. 39-54) offre il contributo di Giuseppe Mari, docente presso la Facoltà di scienze della formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. La sua riflessione, collocandosi eminentemente nell’orizzonte pedagogico, collega la questione del gender con quella dell’educazione. Questa presuppone una prospettiva che non risulti semplicemente aleatoria ma sia, piuttosto, orientata al possibile a partire dalla oggettività dell’identità e della dignità della persona e del suo cammino di personalizzazione. La soppressione ideologica della differenza impedisce il complementare relazionarsi. Siamo di fronte ad «una sfida essenziale, a cui non dobbiamo sottrarci non solo per assumere l’impegno educativo, ma anche per sostenere l’esistenza di una società democratica dove le differenze sanno pacificamente confrontarsi fra loro» (p. 54).
Il terzo capitolo, “Un’unica carne” (Gen 2,24). La creazione dell’uomo e della donna e la loro reciprocità (pp. 55-67), riprende la relazione sviluppata nel quadro dell’esegesi e della teologia biblica veterotestamentaria da Guido Bensi, docente presso la Facoltà di teologia della Università Pontificia Salesiana. L’autore, focalizzando l’attenzione sul capitoli 2 e 3 del libro della Genesi. Eva, tratta da Adamo, risulta come «l’apice della creazione» (p. 64). Il rapporto fra l’uomo e la donna appare libero da ogni dinamica di dominio e sottomissione (che compariranno solo dopo la caduta) e la donna appare quale creatura veramente reciproca all’uomo, come testimonia il suo immediato riconoscimento da parte di questi.
Il capitolo quarto, Uomo e donna in Paolo. Studio di 1Cor 11,2-16 (pp. 69-92), offre ancora uno sguardo biblico, ma nell’orizzonte del Nuovo Testamento, attraverso l’intervento, incentrato sulle lettere Paoline, di Xavier Matoses, anch’egli docente alla Facoltà di Teologia dell’UPS. Matoses ritiene che Paolo, incentrando il suo messaggio sul Cristo e sul mistero pasquale, relativizzi la cultura, ogni cultura compresa la nostra attuale. L’Apostolo accetta in effetti la cultura del suo tempo, ma anche la rigenera e l’apre a novità. Fra i numerosi passi paolini concernenti la tematica dell’identità e della differenza sessuale, Matoses si sofferma in particolare su 1Cor 11,2-6.
Il capitolo quinto, Differenza sessuale e gender: un approccio filosofico (pp. 93-107), riprendendo la relazione di Giorgia Salatiello, docente presso la Facoltà di Filosofia della Pontificia Università Gregoriana, offre una sintesi sistematica delle problematiche in questione dal punto vista dell’antropologia filosofica. L’approccio filosofico seguito da Salatiello intende considerare il percorso che va dal fenomeno al fondamento attraverso il ricorso al metodo trascendentale. A partire da questa base ella riflette sul fondamento metafisico della differenza sessuale nell’essere umano, caratterizzato dalla corporeità e compenetrato dalla spirito, per giungere a considerare filosoficamente il percorso di distinzione fra differenza sessuale e gender, mettere a fuoco la categoria di gender ponderandone gli esiti, riconoscendone i limiti (abbandono della differenza; indebolimento della relazionalità) e il valore (superamento di stereotipi che mortificano la realtà umana; rivendicazione del valore della soggettività).
Il capitolo sesto, Fecondità della differenza. Retrospettive e prospettive teologiche (pp. 109-164) presenta l’intervento di Roberto Carelli, docente presso la Facoltà di teologia (sez. Torino) della Pontificia Università Salesiana, che affronta la problematica sul terreno dell’antropologia teologica. A partire dall’orizzonte trinitario che si sviluppa nell’interpretazione del «disegno di Dio come mistero nuziale» (p. 111), Carelli considera la verità della differenza e la sua regressione nell’indifferenza. Conclude focalizzando il discorso sull’ordo amoris che chiama a distingue per unire e a distinguere nell’unito.
Il capitolo settimo intitolato La sessualità tra natura e cultura. Responsabilità nel discernimento morale (pp. 165-187) riporta la relazione di Cataldo Zuccaro, docente presso la Facoltà di teologia della Pontificia Università Urbaniana, che affronta il tema della legge morale naturale evitandone una lettura fisicista-biologicista e collocandosi in un orizzonte personalista.
L’ottavo e ultimo capitolo, intitolato Essere ospitali per liberare. Una proposta nella verità (pp. 189-211), riprende l’intervento di Rinaldo Paganelli, docente presso la Facoltà di Scienze dell’educazione della Pontificia Università Salesiana, che riflette sulla sfida pastorale che si presenta nel contesto di una società e di una Chiesa in condizione post-moderna, antimetafisica e antisacrale. In questo contesto culturale, secondo Paganelli, pare opportuno rispondere col rispetto, coll’attenzione e col discernimento dei vissuti personali.
In conclusione si può dire che il Convegno, con la pubblicazione dei suoi atti, offre una serie di approcci diversificati alla questione del gender per una sua interpretazione teologica in funzione dell’azione pastorale di una Chiesa in uscita. Gli interventi pubblicati esprimono, oltre che le prospettive di differenti discipline, anche sensibilità personali e sfumature di pensiero differenti riguardo alla questione del gender. Le varie posizioni possono tuttavia convergere nel riconoscimento della necessità del dialogo per affrontare il problema costruttivamente nella Chiesa e nella società. È questa, in effetti, anche l’idea portante del documento pubblicato a non molta distanza dal Convegno dalla Congregazione per l’Educazione cattolica, “Maschio e femmina li creò. Per una via di dialogo sulla questione del gender nell’educazione, Città del Vaticano, 2 febbraio 2019”: «la via del dialogo – che ascolta, ragiona e propone – appare come il percorso più efficace per una trasformazione positiva delle inquietudini e delle incomprensioni in una risorsa per lo sviluppo di un ambiente relazionale più aperto e umano. Al contrario, l’approccio ideologizzato alle delicate questioni del genere, pur dichiarando il rispetto delle diversità, rischia di considerare le differenze stesse in modo statico, lasciandole isolate e impermeabili l’una dall’altra» (n. 52).