Una lettera del Presidente della Repubblica al professor Arnaldo Nesti

Un messaggio che Mattarella ha voluto non convenzionale, ma ricco di impliciti riferimenti allo sviluppo degli studi delle religioni per una maggiore convivenza civile fra gli uomini e le donne dell’Italia e del mondo. La redazione della rivista ha sede operativa in via Sant’Agostino a Firenze, dove abita l’ottantanovenne fondatore che recentemente ha donato tutta la sua biblioteca al Comune di Peccioli, dove è anche allo studio con il Comune pisano l’istituzione di una fondazione, che erediti la passione per la sociologia e l’antropologia religiosa del professor Nesti. Peccioli è molto interessato a questa importante e nuova iniziativa di uno studioso che ha dedicato la sua vita di cristiano e di intellettuale allo studio delle religioni. 

Sacerdote a 23 anni, laureato in teologia all’Università Lateranense, per molti anni Arnaldo Nesti è stato docente di sociologia delle religioni all’Università di Firenze. 

Già vice assistente nazionale delle Acli, fu conosciuto dal mondo ecclesiale italiano ed europeo, per alcuni saggi e studi, se da un lato irritarono la diocesi di Pistoia a cui egli apparteneva come presbitero, ebbero un notevole successo sul piano internazionale. Un suo lavoro fu recensito positivamente su Temoignage Chretien, da padre Chenu, uno dei maggiori teologi della chiesa cattolica del tempo. Ovviamente in una diocesi di provincia, un giovane e intraprendente sacerdote, già proiettato ai vertici dell’associazionismo operaio cattolico, incuteva rispetto e invidia. Per sottrarsi a questa morsa psicologica, l’allora don Arnaldo Nesti chiese un colloquio al vescovo di Pistoia monsignor Mario Longo Dorni, che miserevolmente gli propose di lasciare il sacerdozio, di trovarsi una moglie e di andare in esilio in Sudamerica. La reazione di Arnaldo Nesti fu durissima e da quel momento, nel reciproco silenzio fra Curia vescovile e lui medesimo, si incamminò nello studio sul ruolo delle religioni nella società umana. 

Quindi Nesti è stato un ponte intellettuale nel dialogo fra Chiesa e dissidenza cattolica e, al contempo, uno studioso con una visione ecumenica delle religioni, che anticipava al suo sbocciare l’attuazione delle decisioni del Concilio vaticano secondo. Un ruolo importante e prezioso nella storia della cultura italiana ed europea.