di Giovanni Pallanti · Nel 1985 fu fondata la rivista <Religioni e società> da Arnaldo Nesti. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione del centesimo numero, che uscirà fra pochi giorni, ha inviato un significativo messaggio di complimenti, scrivendo: <L’indagine sviluppata dalla rivista – a cavallo fra riflessione filosofica, studi di antropologia culturale, osservazioni degli atteggiamenti delle diverse confessioni religiose, a confronto con le prove della società contemporanea, lungi dal rappresentare esercizio puramente accademico, è stata ricca di richiami e suggestioni anche sul terreno della stessa costruzione in Italia, di una democrazia coesa e feconda. Talvolta, malintese interpretazioni delle fedi religiose le collocano al crocevia tra cooperazione e potenziale conflitto tra popoli, culture, territori>.
Un messaggio che Mattarella ha voluto non convenzionale, ma ricco di impliciti riferimenti allo sviluppo degli studi delle religioni per una maggiore convivenza civile fra gli uomini e le donne dell’Italia e del mondo. La redazione della rivista ha sede operativa in via Sant’Agostino a Firenze, dove abita l’ottantanovenne fondatore che recentemente ha donato tutta la sua biblioteca al Comune di Peccioli, dove è anche allo studio con il Comune pisano l’istituzione di una fondazione, che erediti la passione per la sociologia e l’antropologia religiosa del professor Nesti. Peccioli è molto interessato a questa importante e nuova iniziativa di uno studioso che ha dedicato la sua vita di cristiano e di intellettuale allo studio delle religioni.
Sacerdote a 23 anni, laureato in teologia all’Università Lateranense, per molti anni Arnaldo Nesti è stato docente di sociologia delle religioni all’Università di Firenze.
Già vice assistente nazionale delle Acli, fu conosciuto dal mondo ecclesiale italiano ed europeo, per alcuni saggi e studi, se da un lato irritarono la diocesi di Pistoia a cui egli apparteneva come presbitero, ebbero un notevole successo sul piano internazionale. Un suo lavoro fu recensito positivamente su Temoignage Chretien, da padre Chenu, uno dei maggiori teologi della chiesa cattolica del tempo. Ovviamente in una diocesi di provincia, un giovane e intraprendente sacerdote, già proiettato ai vertici dell’associazionismo operaio cattolico, incuteva rispetto e invidia. Per sottrarsi a questa morsa psicologica, l’allora don Arnaldo Nesti chiese un colloquio al vescovo di Pistoia monsignor Mario Longo Dorni, che miserevolmente gli propose di lasciare il sacerdozio, di trovarsi una moglie e di andare in esilio in Sudamerica. La reazione di Arnaldo Nesti fu durissima e da quel momento, nel reciproco silenzio fra Curia vescovile e lui medesimo, si incamminò nello studio sul ruolo delle religioni nella società umana.
Diventato docente di sociologia religiosa all’Università di Firenze, nel 1985, come già detto, fondò la rivista <Religioni e società>. La parabola intellettuale e umana di Arnaldo Nesti ha un suo preciso percorso: egli è stato amico e studioso dei cattolici inquieti, ha avuto rapporti importanti anche per il sostegno della rivista con esponenti della politica italiana, come quello del già presidente del Consiglio dei ministri, Giovanni Goria, e Corrado Corghi, segretario della Democrazia cristiana dell’Emilia Romagna, seguace di papa Montini e braccio destro del cardinale Sergio Pignedoli.
Quindi Nesti è stato un ponte intellettuale nel dialogo fra Chiesa e dissidenza cattolica e, al contempo, uno studioso con una visione ecumenica delle religioni, che anticipava al suo sbocciare l’attuazione delle decisioni del Concilio vaticano secondo. Un ruolo importante e prezioso nella storia della cultura italiana ed europea.