L’America difende la libertà dei popoli

282 179 Mario Alexis Portella
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download (5)di Mario Alexis Portella · In questi ultimi mesi, il mondo libero si è svegliato alla nuova minaccia rappresentata dalla Cina e dal regime del Partito Comunista Cinese (PCC). Tanto che il mese scorso il segretario di Stato statunitense Mike Pompeo ha chiesto la formazione di una “nuova alleanza di democrazie”. Ma Pompeo ha fatto intendere che non si può contare di più sull’Organizzazione del Patto dell’Atlantico Nord (NATOper contrastare le dittature—la NATO è stata criticata da altri stati membri nel passato, come la Francia.

Sebbene Pompeo non abbia chiesto lo scioglimento della NATO, sembrava esprimere un certo scetticismo sul fatto che si possa ancora fare affidamento sull’organizzazione, fintanto che la Turchialo stato più potente militarmente della NATO dopo gli Stati Uniti—propone “valori anti-occidentali”.

La risposta del leader del mondo libero, il presidente Donald Trump, con la sua politica di America First sta proseguendo la politica di un suo predecessore, il presidente Woodrow Wilson che nel 1917 ha detto: «Il mondo deve essere reso sicuro per la democrazia».

Ridistribuzione delle truppe statunitensi

All’inizio del mandato di Trump, i paesi europei pensavano che la politica dell’America First di Trump fosse una politica di isolamento che ostacolava gravemente l’unità globale, e di conseguenza rendeva il mondo libero esposto ai capricci dei paesi anti-democratici. L’America First prevedeva in un primo tempo un ruolo solitario dell’America come leader del mondo libero. Ora Trump ha cambiato strategia: tramite il segretario di Stato Pompeo chiedere una nuova alleanza tra i paesi democratici. In altre parole, il presidente Trump vuole un impegno più diretto e concreto dei paesi democratici contro i nemici della democrazia.

Per questa ragione il presidente degli USA prevede di ritirare entro settembre 9.500 dei 34.500 soldati statunitensi che si trovano in Germania. La giustificazione è che Berlino non è stata in grado di raggiungere la quota militare fissata dalla NATO: quella di spendere il 2 percento del prodotto interno per la difesa. Nel 2019 solo nove dei 30 stati membri della NATO la hanno raggiunto la quota prevista.

In concreto, Trump sta ridistribuendo le truppe in altri paesi della NATO: 1.000 saranno inviati in Polonia  per proteggerla contro l’aggressione del dittatore russo Vladimir Putin; altre truppe saranno inviate in Italia e Belgio. Per quanto riguarda il ritiro delle truppe dalla Corea del Sud, si tratta di una “fake news”. Secondo la Casa Bianca e il Pentagono, non ci sono, infatti, piani immediati per ritirare le truppe statunitensi dal Sud della penisola Corea.

Affrontando la Cina380231_40421_piazza_tien_an_men

Alcuni di noi ricordano quando il presidente George H. W. Bush fece poco o nulla quando il PCC soppresse violentemente i manifestanti per la libertà, 30 anni fa, in Piazza Tienanmen migliaia di cinesi che aspettavano che gli Stati Uniti li sostenessero: sono stati uccisi dall’esercito cinese e nessuno ha mosso un dito in loro difesa.

Trump, invece, sta affrontando la Cina con determinazione. Oltre all’imposizione di sanzioni contro il PCC per le violazioni dei diritti umani, ha imposto restrizioni alle aziende americane, come Apple e Ralph Lauren, che lavorano con la Cina. Il presidente Trump è anche riuscito a convincere il Dipartimento del Commercio statunitense ad emanare nuove regole che frenino l’accesso della mega-aziende cinese, tra cui Huawei Technologies. Soprattutto per garantire che le apparecchiature di telecomunicazione non siano usate per spiare gli americani.

Cooperando con altre nazioni

Il mese scorso il presidente degli USA ha fatto quello che per decenni nessun altro politico era stato in grado di fare. Egli ha mediato un accordo storico tra gli Emirati Arabi Uniti (EAU) e lo Stato di Israele: questi paesi stabiliranno tra di loro relazioni diplomatiche. Le altre nazioni arabe che hanno rapporti diplomatici con Israele sono l’Egitto dal 1979 e la Giordania dal 1994.

L’accordo tra EAU e Israele ha due scopi. Il primo scopo servirà a stabilire piene relazioni diplomatiche tra i due Paesi, con ricadute positive sul piano militare, commerciale e turistico. Il secondo scopo riguarda Israele che ha accettato, per ora, di sospendere l’annessione di parti della Cisgiordania. Si tratta di un’iniziativa, ha precisato il Primo Ministro Benjamin Netanyahu, che viene solo rinviata e non cancellata. Il premier israeliano, comunque, parla di nuova era nei rapporti tra Israele e il mondo arabo. L’intesa servirà a rafforzare la pace in Medio Oriente’.

L’accordo sostenuto attivamente da Trump è stato rifiutato dal ‘governopalestinese che vede nella decisione dell’EAU un tradimento nei propri confronti. Il rafforzamento della pace in Medio Oriente, invece, può aprire di spazi alla creazione pacifica di uno stato palestinese indipendente e sovrano, oltre ad una maggiore e plurale libertà religiosa, anche per i cristiani.

Gli Stati Uniti hanno condotto recentemente esercitazioni navali congiunte con la marina indiana, giapponese e australiana nel Mar Cinese Meridionale. Questa cooperazione strategica—forse un’anteprima della “nuova alleanza” tra democrazie di cui ha parlato Pompeo—dimostra un impegno condiviso per mantenere e affermare ulteriormente una rotta commerciale verso l’oriente, pacifica, libera e aperta. In questo modo, gli Stati Uniti e le democrazie orientali, loro alleate, difendono la Repubblica di Taiwan, dove ci sono numerosi cattolici cinesi in comunione con il Vescovo di Roma, dalla possibile aggressione della Cina comunista.

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Mario Alexis Portella

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