Balthasar. La kenosi, il dramma, la gloria
Veniamo all’ultima delle tre parole che compaiono nel titolo di questo nostro articolo: gloria. Gloria (Herrlichkeit) compare come prima parola nel titolo della sua celeberrima opera in più volumi dedicata all’estetica teologica. Gloria, soprattutto, è il termine che risente di una forte ispirazione fenomenologica: Herrlichkeit è lo splendore luminoso e abbacinante della Gestalt (forma) di Dio che compare nella storia e si dona all’uomo. Ora nel quadro generale di una teologia fondata sulla kenosi e sul dramma, tale gloria di Dio appare (alla maniera luterana…) sub contrario: è l’essere di Dio che si dà nel mistero salvifico della croce. In breve, la gloria della rivelazione divina secondo von Balthasar ha i tratti di una gloria kenotica.
Proponiamo ora alcune considerazioni conclusive. Balthasar ha vissuto in una stagione felice della teologia cattolica: una stagione di rinnovamento (segnato dalle parole di un suo libro uscito nel 1952: “i bastioni da abbattere”) e di successivo riassestamento (come mostra la fondazione della rivista Communio assieme a de Lubac e Ratzinger). La scontata dialettica con Rahner talvolta ha condotto a creare fazioni. Se questo fatto è accaduto e se accade ancora oggi, forse è perché si pensa malamente la teologia. In fondo il Dio Trino e Uno è così grande da poter sopportare tanto l’estetica teologica di Balthasar, quanto l’antropologia trascendentale di Rahner. Si direbbe, che in Dio vige – per dirla alla maniera di Graziano – la concordantia discordantium e – alla maniera del Cusano – la coincidentia oppositorum.