Noi giovani universitari e il post referendum
di Gaetano Mercuri · Da sempre, una delle cose che più connotano il percorso degli universitari cattolici in F.U.C.I. è la grande attenzione per l’attualità e il dibattito politico- istituzionali. Focalizzarsi su quanto accade e interpretarlo alla luce dei valori della dottrina sociale della Chiesa è essenziale per qualsiasi « fucina/ fucino». È la base della loro formazione ed è così che la F.U.C.I. è stata la scuola di vita per grandi protagonisti della politica italiana del secolo scorso: da La Pira a Moro, passando per Lazzati, Zaccagnini e tantissimi altri.
Non ci è possibile quindi non riflettere sulla passata tornata elettorale del 20/ 21 settembre ed in particolare sul referendum costituzionale. Il Sì al taglio del numero dei parlamentari ha ottenuto circa il 70% de voti. Solo ora quindi la legge costituzionale, approvata in ultima lettura dalla Camera dei deputati l’otto di ottobre 2019, verrà promulgata dal Capo dello Stato ed entrerà in vigore. Questo meccanismo ha una conseguenza importante: la legge costituzionale approvata dagli elettori non incide sulla legittimità del parlamento in carica, ad onta di quanto richiesto delle opposizioni che vorrebbero andare immediatamente al voto per rispettare la «volontà popolare». L’articolo 4 della stessa legge ci dice che nella denegata ipotesi le Camere dovessero essere sciolte entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della legge costituzionale, il parlamento successivo non avrà seicento membri ma novecentoquarantacinque, esattamente come il precedente; con buona pace degli elettori influenzati da anni di propaganda “anticasta”!
Ad oggi è ben difficile che questo succeda, nonostante tutte le turbolenze interne alla maggioranza e la grande incertezza che connota l’azione del governo in carica. Ma segnaliamo tale «codicillo», a dimostrazione di quanto poco passa attraverso la propaganda agli elettori sprovveduti che certo non si mettono a leggere il testo normativo e nemmeno possono comprenderlo, qualora anche vi si cimentassero.
Ammesso che quindi non si tornerà alle urne molto presto, il cammino della politica italiana sarà accidentato e irto di pericoli. Le conseguenze della pandemia ancora in corso, l’arrivo dei fondi U.E., la crescita incontrollata dell’indebitamento pubblico, le altre riforme costituzionali necessarie dopo il taglio al numero dei parlamentari, in primo luogo la legge elettorale e la riforma dei regolamenti interni alle Camere. Più in là, nel gennaio 2022, l’elezione del nuovo capo dello Stato.
Niente sarà facile o scontato, ma come F.U.C.I. di Firenze, insieme a molti altri gruppi di tutta Italia abbiamo in cantiere il «progetto democrazia»: un percorso di studio, riflessione e dibattito che ci permetterà di analizzare le evoluzioni politiche del nostro Paese nei prossimi mesi e insieme di fare una proposta per il rilancio delle Istituzioni dopo anni di navigazione a vista nella gran tempesta scatenata dai forti venti dell’antipolitica.