Presentazione degli articoli del mese di ottobre 2016
Andrea Drigani attraverso uno studio del vescovo Mario Toso, introduce ad una riflessione per «riappropriarsi» della democrazia, che da più parti è ritenuta in crisi. Giovanni Campanella presenta un’interpretazione della «Rerum novarum» del domenicano inglese Vincent Mc Nabb recentemente ristampata. Alessandro Clemenzia propone un ecologismo, che a partire dalla creazione, recupera la grandezza dell’uomo e diventa, in Cristo, espressione della grandezza di Dio. Francesco Romano recensisce un libro di Andrea Drigani sugli aforismi giuridici di Dino Mugellano, un giureconsulto del XIII secolo, per conciliare, anche oggi, lo «ius proprium» con lo «ius commune». Dario Chiapetti rilegge, con l’aiuto di alcuni pensatori, il Cantico di frate Sole, nel quale si loda il Signore con e per mezzo di tutte le creature. Giovanni Pallanti illustra la situazione drammatica della Siria per la quale l’unica soluzione è un accordo tra le grandi potenze, anche al fine di tutelare la libertà religiosa. Francesco Vermigli dalle «Ultime conversazioni» di Benedetto XVI col giornalista Peter Seewald, fa emergere il tono pacato e sereno col quale il Papa emerito riguarda la propria vita passata. Stefano Liccioli con un volume del sociologo Franco Garelli annota sul desiderio, vago e confuso, ma comunque esistente, di spiritualità nei giovani d’oggi. Mario Alexis Portella da un’attenta analisi indica che, nonostante la fine del regime comunista sovietico, vi è una sostanziale continuità nell’azione politica internazionale e «imperiale» della Russia. Gianni Cioli commentando la parabola dell’amministratore disonesto (Lc 16, 1-9) osserva che i poveri, che possono essere un problema, dopo la nostra morte, potrebbero essere una risorsa. Leonardo Salutati guida alla lettura di «Docat» un catechismo per invitare i giovani a suscitare la voglia di conoscere i grandi Documenti Sociali della Chiesa. Antonio Lovascio ricorda la canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta, avvenuta in concomitanza con l’inconcludente G20, per auspicare che i grandi valori si possano coniugare con le scelte politiche concrete. Carlo Nardi richiama la figura di San Girolamo, un «bollente spirito», che ha amato la Sacra Scrittura e ha cercato di farla amare.