San Paolo VI e la «fratellanza umana»
, era – per Paolo VI – il razzismo che separa e oppone le differenti stirpi componenti la grande famiglia umana, creando orgogli, diffidenze, esclusivismi, discriminazioni, e talora oppressioni a danno del reciproco rispetto. Qualcuno potrebbe chiedersi – annotava inoltre Papa Montini – se anche la religione non fosse un motivo di divisione tra gli uomini. A tal riguarda rilevava che la religione, compresa quella cattolica, è un elemento di distinzione fra gli uomini com’è la lingua, la cultura, l’arte, la professione, ma non è per sé elemento di divisione. E’ vero che il cristianesimo – aggiungeva – per la novità di vita che porta al mondo, può essere motivo di separazioni e di contrasti, derivante da ciò che di bene conferisce all’umanità. Ma non è suo genio lottare contro gli uomini; per gli uomini, se mai, nella difesa di quanto è in essi sacro e insopprimibile, l’aspirazione fondamentale a Dio, e il diritto di manifestarla all’esterno nelle forme dovute del culto. La verità rimane ferma – concludeva Paolo VI – e la carità ne irradia il benefico splendore. Questo è più che mai il programma nostro, convinti come siamo che il mondo ha bisogno di amore, ha bisogno di superare in se stesso i vincoli dell’egoismo, ha bisogno di aprirsi a sincera, progrediente, universale fratellanza. Questi insegnamenti di San Paolo VI, per la loro attualità, potranno essere estremamente utili e proficui per un’ulteriore comprensione e sviluppo della «fratellanza umana».