La pittura cristiana di Piero Vignozzi
di Giovanni Pallanti • Piero Vignozzi, nato a Firenze negli anni ’30 del secolo scorso, è uno dei pittori italiani più importanti. Vignozzi porta il cognome della madre che lo concepì con il giovane conte Bersani Vecchi. Cresciuto come un giovane lupo ha vissuto in tante case quante sono state le vicissitudini lavorative della sua mamma, spesso al servizio di ricche famiglie. Piero ha accumulato così una lunga serie di esperienze esistenziali che gli hanno fatto conoscere da vicino il dolore e la gioia di vivere. In gioventù è stato un promettente ciclista talmente bravo da battere anche, in un gara, Gastone Nencini. Dopo avere fatto tanti lavori la sua vocazione pittorica è maturata in modo irreversibile. Vignozzi da moltissimi anni ormai è solo un pittore. Un pittore delle povere cose: una tazzina di caffè, un cucchiaino, un piccolo coltello, una finestra con sul davanzale le piante verdi della Miseria. Un artista che riesce a raccontare il silenzio della vita quando siamo soli in una casa e quello che si vede sono piccoli oggetti. Mai una figura umana rompe la visione di questa creatività protesa a d affermare che tutto (o nulla?) fa parte della vita. Piero fu chiamato come assistente alla cattedra di pittura del liceo artistico di Firenze da Dino Caponi allievo prediletto di Ottone Rosai e grande disegnatore. Poi Vignozzi è stato per lungo tempo titolare della cattedra di “nudo” all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Amico del poeta Alfonso Gatto, di Luigi Baldacci, di Raffaele Monti e del pittore siciliano Piero Guccione si è affermato con il passare degli anni come un pittore della poesia figurativa. Stimatissimo da un altro grande pittore Sergio Scatizzi sul piano europeo viene paragonato, per certi soggetti pittorici, al pittore spagnolo Lopez Garcia. In questi giorni nel Duomo di Grosseto si è aperta una mostra ispirata cristianamente e dedicata alla bellezza del volto, del viso umano come specchio dell’anima. Piero Vignozzi ha esposto due d’apres: uno ispirato dalla Madonna delle Ciliegie del Sassetta, l’altro dalla Madonna delle Grazie del pittore Matteo Di Giovanni. Anni fa Mons. Macchi, già Segretario Particolare di San Paolo VI°, quando era Arcivescovo di Loreto gli commissionò un quadro sull’Annunciazione. Vignozzi dipinse una porta socchiusa con un raggio di luce che filtrava sugli scalini, dove era adagiata una rosa bianca, davanti alla Santa Casa della Madonna. Un dipinto che ha l’efficacia di un’intensa preghiera sul mistero della Vergine Madre del Figlio di Dio. Da militante comunista quale è stato per lungo tempo, il pittore Vignozzi ha ritrovato in se stesso e nella propria creatività artistica un’ispirazione cristiana. Tant’è che l’Osservatore Romano, organo della Santa Sede, pubblicò il giorno della canonizzazione di Giovanni XXIII° e di Giovanni Paolo II° due ritratti ad opera del Vignozzi.