Andrea Drigani per la beatificazione di Giovanni Paolo I ricorda un suo insegnamento circa un significato teologico del diritto canonico, in riferimento alla disciplina della Chiesa. Francesco Vermigli invita alla lettura delle opere del teologo Christoph Theobald, nelle quali si insiste sulla «pastoralità» della teologia, nonchè nella presenza di uno «stile» che deve essere lo «stile» di Gesù. Antonio Lovascio commenta, nell’attuale contesto italiano, l’affermazione, prima di Pio XI poi di San Paolo VI, che «la politica è la forma più alta di carità». Alessandro Clemenzia nel cinquantesimo anniversario della promulgazione del Motu Proprio «Ministeria quaedam» di San Paolo VI, presenta la lettera di Papa Francesco che invita ad un’ulteriore riflessione sulla minsterialità. Giovanni Campanella illustra i problemi e le prospettive della Chiesa Cattolica in Vietnam tenendo anche conto delle vicissitudini storiche. Gianni Cioli annota sull’umiltà cristiana, che non è un atteggiamento di buon senso o un dovere morale, bensì un atto di fede nel Signore morto, risorto e asceso al cielo. Giovanni Pallanti riflette, con l’aiuto di un suo volume, sulla predicazione del cardinale Raniero Cantalamessa, contrassegnata da uno stile semplice e profondo. Stefano Liccioli all’inizio dell’anno scolastico, al di la di tante dichiarazioni, auspica un «patto», cioè una larga intesa, tra coloro che operano nell’ambito pedagogico, affinchè la scuola sia realmente luogo di formazione e di educazione. Leonardo Salutati affronta la questione del sistema fiscale in Italia e all’estero che sovente è inefficace e ingiusto, ma non può essere riformato da proposte, come la «flat tax», che lo aggraverebbero ulteriormente, con riflessi anche sulla vita democratica. Stefano Tarocchi di ritorno da un viaggio in Terra Santa propone alcune osservazioni circa la guida di questi viaggi, che richiede la debita conoscenza della Scrittura, dell’archeologia biblica e cristiana, e della teologia. Carlo Parenti fa memoria del vescovo Gastone Simoni, un apostolo della Dottrina Sociale della Chiesa, che ha sostenuto l’impegno politico dei cattolici, nella libertà, ma non nella dispersione. Francesco Romano espone alcune osservazioni sulla Lettera Apostolica «Desiderio desideravi» in riferimento alla necessità di evitare l’estetismo della formalità liturgica e la sciatteria delle celebrazioni, nella piena fedeltà alle decisioni di San Paolo VI e San Giovanni Paolo II. Nella rubrica «Coscienza universitaria» si affrontano alcune questioni della campagna elettorale italiana e sul ruolo dei cattolici.