Dante, il suo mondo, la sua vita. Un libro

Tutto inizia attorno a delle ossa, che le mani giudiziose di un frate seicentesco avevano nascosto un po’ più in là, rispetto al luogo in cui tutti se le attendono. Sono le ossa, e soprattutto il cranio, a scatenare la gente e i notabili di Ravenna e i professori che giungono da Firenze. Sono le ossa del Sommo poeta, lo veniamo a sapere: è certificato. E l’agitazione è comprensibile. Erano gli anni, quelli, in cui un tale politico piemontese andava dicendo che se anche l’Italia era stata fatta, dovevano ancora esser fatti gli italiani. Ma per far gli italiani e dar loro una cultura nazionale, quale ricordo poteva essere più adatto di quello del Vate del tempo antico, il sommo poeta dell’evo della lingua italica nascente? Cadeva a fagiolo, come si suol dire, quel ritrovamento.

brulicanti di mercanti e artigiani. Ci pare di essere là, e di vedere Dante, dietro quella cortina fumogena che è la sua opera. Che se è una meraviglia, se è divina; può fare anche da schermo e Dante si può non vedere.

Il libro del Trellini non lo potremo paragonare al Manzoni, ma ha una medesima prospettiva: fare dell’uomo Dante un uomo del suo tempo, per potere ragionare con lui, vivere con lui. Infine, da lui prendere un insegnamento per il nostro tempo.