Il Cantico di san Bernardo. L’amore di Dio, l’amore dell’uomo

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In questo, non v’è dubbio, Bernardo si fece erede di una tradizione interpretativa del libro biblico che intendeva le parole del Cantico come espressione di un amore umano, che si apre di per sé a raccontare anche l’amore umano-divino. La via precisa, specifica di questa applicazione spirituale del Cantico è la lettura tropologica della sposa e dello sposo, come rappresentanti l’anima e il suo Dio. In particolare, così facendo Bernardo si faceva erede di una tradizione i cui rappresentanti più autorevoli si direbbero Gregorio Magno e Origene. Eppure, in Bernardo questa interpretazione è più che una semplice ripetizione di interpretazioni e di letture spirituali del Cantico che derivava dalla storia. Come accadrà per il suo amico Guglielmo di Saint-Thierry e per il suo segretario Goffredo di Auxerre (entrambi, tra l’altro, agiografi dell’abate di Clairvaux), per Bernardo la lettura che propone del libro biblico è come l’architrave del suo stesso pensiero.

Quanto ha influito l’idea di Dio come Amore che si comunica liberamente all’uomo secondo ciò che narra il Cantico interpretato spiritualmente, sull’idea moderna di uomo, segnato dalla libertà e dalla responsabilità? Chi abbia mai frequentato Bernardo e il suo secolo, saprà che vi sono studi che hanno mostrato singolari addentellati tra la mistica cisterciense e l’amor cortese dei trobadori e delle loro mille poesie amorose. A noi, qui, basta aver posto la questione.