di Mario Alexis Portella · «Abbiamo vinto la guerra e l’America ha perso». Queste sono state le parole pronunciate da Haji Hekmat, un sindaco talebano, dopo che il presidente statunitense Joe Biden ha annunciato il ritiro di tutte le truppe americane (ufficialmente 2.500 soldati, anche se si sospetta che siano almeno mille di più) in Afghanistan prima del 20° anniversario degli attentati dell’11 settembre.
L’ex presidente Donald Trump aveva firmato un accordo con i jihadisti islamici promettendo il ritiro entro il 1° maggio; Biden promette che il primo maggio le truppe cominceranno il ritiro.
La guerra contro l’Afghanistan cominciò il 7 ottobre 2001, poche settimane dopo gli attentati a New York e Washington condotti dagli uomini di al-Qaeda sotto la guida del saudita Osama Bin Laden, da tempo nel mirino degli americani dopo una serie di devastanti attentati in ambasciate Usa in Africa. Guerra questa costata più di trilioni di dollari per non parlare delle vite di oltre 2.400 militari statunitensi e di almeno 100.000 civili afgani.
Più sofferenza a causa della “pace”
I talebani, che ufficialmente si definiscono come l’Emirato islamico di Afghanistan, parlano di ristabilire la pace e la sicurezza in Afghanistan. Questo, però, è impossibile perché essendo musulmani integralisti, i talebani, hanno promesso di imporre la sharia (la legge draconiana imposta da Allah) come norma suprema del paese. In altre parole, come ha detto il mese scorso al Washington Post un alto comandante talebano:
“Questa lotta non è per condividere il potere. Questa guerra è per scopi religiosi al fine di realizzare un governo islamico e attuare la legge islamica”.
A parte i cittadini innocenti che dovranno affrontare la continua violenza dei talebani, quelle che rischiano di perdere di più a causa del ritiro statunitense saranno le donne e le ragazze siccome la sharia le considera come proprietà degli uomini.
Sotto il dominio talebano alle donne
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era negato il trattamento medico delle malattie almeno che un accompagnatore maschio non le accompagnasse;
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di età superiore ai dieci anni era vietato di ricevere un’educazione a scuola, come era anche vietato di guardare la tv;
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ed erano picchiate pubblicamente se la burqa scivolava o se mostravano una caviglia o una ciocca di capelli;
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veniva inferta la pena della lapidazione a morte per “adulterio” anche se violentate;
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era proibito persino di ridere poiché era considerato improprio per uno sconosciuto ascoltare la voce di una donna;
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spesso vittime di matrimoni forzati, sotto l’età di 15 anni era fatto obbligo di unirsi a uomini fino all’età di 60 anni (ciò è dovuto agli hadith che testimoniano che la moglie preferita di Maometto, Aisha, aveva solo sei anni quando la incontrò e nove quando il matrimonio fu consumato).
Secondo quanto narra il padre di Hisham: Khadija morì tre anni prima che il Profeta partisse per Medina. Rimase a Medina per circa due anni e poi sposò Aisha quando lei era una bambina di sei anni, e consumò quel matrimonio quando lei aveva nove anni. —Sahih al-Bukhari 58, 236
Il presidente Biden è stata molto criticato dei membri del Congresso Usa:
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la rappresentante repubblicana, Liz Cheney (figlia dell’ex vice presidente Dick Cheney) ha detto: «Ritirare le nostre forze dall’Afghanistan entro l’11 settembre non farà che incoraggiare gli stessi jihadisti che hanno attaccato la nostra patria quel giorno vent’anni fa».
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il senatore repubblicano Lindsay Graham ha dichiarato: «Un ritiro completo dall’Afghanistan è più stupido dello sporco e diabolicamente pericoloso. Il presidente Biden, in sostanza, avrà annullato una polizza assicurativa contro un altro 11 settembre…le truppe statunitensi ancora in Afghanistan sono una polizza assicurativa contro un altro 11 settembre», aggiungendo che «le guerre finiscono quando la minaccia viene eliminata».
L’ISIS, nonostante abbia perso il suo califfato in Siria e Iraq, nelle montagne dell’Afghanistan nord-orientale i jihadisti stanno lentamente riprendendo forza, reclutando nuovi combattenti e pianificando attacchi agli Stati Uniti e ad altri paesi occidentali. Inoltre, centinaia di jihadisti turchi si sono uniti ad al-Qaeda in Afghanistan (il presidente Recep Tayyip Erdoğan, sebbene ne sia al corrente, ha negato totalmente questi fatti).
Non ci sono schemi per garantire che i talebani rinnegheranno i loro abusi sui diritti umani specialmente contro le donne, e non intendono nemmeno di combattere contro i terroristi musulmani siccome loro stessi sono jihadisti.
E purtroppo, come si può dedurre dai quattordici secoli di storia dell’islam, fare la pace con tali islamisti è inutile quanto l’accordo di pace che il primo ministro britannico Neville Chamberlain fece con Adolf Hitler.
Come il Maomettano Erdoğan che sta ristrutturando l’hakimiyyat Allah—il regno di Allah sulla terra—così fanno i talebani in Afghanistan; e purtroppo essi non si fermeranno lì, nonostante i membri della gerarchia della Chiesa Cattolica e i politici occidentali che fanno tutto il possibile per presentare l’islam come una religione moderata. Sbagliato.