Gaetano Salvemini (1873-1957) e gli antifascisti cattolici

di Giovanni Pallanti · Gaetano Salvemini (1873-1957) professore di storia moderna all’Università di Firenze, fu interventista e combattente nella Prima guerra mondiale. Eletto deputato per gli ex combattenti di sinistra, dopo il delitto Matteotti (1924) diventò un durissimo avversario della nascente dittatura fascista. Salvemini sin dal 1920, appena nati i fasci di combattimento fondati da Mussolini nel 1919, fu avversario del duce del Fascismo. Nel 1925 fu cacciato dagli studenti fascisti e dalla viltà dei professori dall’insegnamento nell’ateneo fiorentino. 

Il professore dell’Università di Firenze ormai esule, incontrò delle figure significative dell’antifascismo cattolico, anch’essi rifugiatisi all’estero: fra questi don Luigi Sturzo, a Londra, Giuseppe Donati, a Parigi, e Francesco Luigi Ferrari, a Bruxelles. Di Luigi Sturzo, fondatore del Partito popolare italiano, Salvemini ricorda la dirittura morale, la lucidità intellettuale e la grande passione civile, con cui dall’esilio si batteva contro il fascismo. Salvemini era un noto anticlericale, anche se di civilissima educazione. E nel libro ricorda come Sturzo, disponibile ad affrontare ogni argomento chiedeva cortesemente di non entrare in dispute teologiche sull’esistenza di Dio e argomenti trascendentali, che avrebbero guastato la cordiale e intensa amicizia che nacque fra Salvemini e il prete siciliano, che dopo la Seconda guerra mondiale fu nominato dal presidente della Repubblica, Luigi Einaudi, senatore a vita. 

Gaetano Salvemini in questo libro ha testimoniato la grandezza morale e l’impegno di uomini politici e di intellettuali cattolici che non si piegarono né al filofascismo di gran parte della Chiesa né alla real politik che portò al Concordato fra Stato e Chiesa nel 1929. Esempi da non dimenticare.