Una gravidanza speciale

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610xjVsW+dLdi Giovanni Campanella · Nel mese di maggio 2019, la casa editrice Feltrinelli ha ristampato un piccolo racconto, intitolato In nome della madre, all’interno della collana “Universale Economica”. In realtà, il racconto è stato scritto nel 2006 e pubblicato per la prima volta nel settembre di quell’anno all’interno della collana “I Narratori”.

L’autore è Enrico De Luca, detto Erri, scrittore, giornalista, poeta e traduttore italiano, nato a Napoli nel 1950. Ha studiato da autodidatta varie lingue, tra cui lo yiddish e l’ebraico antico, fino a diventarne traduttore. Si autodefinisce non religioso ma è profondamente innamorato della cultura ebraica e del mondo biblico.

De Luca immagina la gravidanza di Maria di Nazaret e scrive alcune sue suggestioni in questa piccola narrazione. Il racconto è in prima persona: è Maria stessa che racconta la sua gravidanza. Un occhio speciale è riservato alla descrizione del carattere di Giuseppe e della sua forza interiore. Attingendo alla summenzionata passione per l’ebraismo, l’autore riesce a richiamare riti e usanze pertinenti all’interno dei suoi dialoghi. Questo piccolo racconto parte quindi dall’Annunciazione e si conclude con la nascita di Gesù. È incorniciato, all’inizio e alla fine, da alcune poesie: una che fa da prologo e tre poste dopo la narrazione. La vera e propria narrazione è suddivisa in quattro piccole parti, dette “stanze”.

La prima stanza è incentrata sul dialogo tra Maria e Giuseppe, in cui lei racconta a lui l’annuncio dell’angelo. Maria non aspetta: glielo comunica il giorno stesso. Per De Luca, Giuseppe crede immediatamente a ciò che le dice la sua fidanzata ma non nasconde (e comprensibilmente) la sua grande preoccupazione. De Luca riprende una sua traduzione letterale delle parole del Deuteronomio riguardo alla lapidazione per adulterio e la fa citare a Giuseppe; i due poi si scambiano opinioni sul da farsi.

Nella seconda stanza sta il prima, il durante e il dopo del matrimonio, con tutto il carico di sospetti e diffidenze intorno ai due sposi. L’autore comincia qui a descrivere più da vicino la gravidanza e le sensazioni di Maria, con poetica e realistica attenzione alla fisicità dell’evento. La stanza si conclude con la notizia del censimento, che contribuisce a scombussolare ulteriormente la vita già complessa dei protagonisti.

Il viaggio verso Betlemme comincia con la terza stanza. Durante il viaggio, ci sono brevi scambi di battute con personaggi incontrati lungo il cammino. Come si sa, i due coniugi non trovano un alloggio “ordinario”, una volta giunti a destinazione. Così decidono di sistemarsi in una minuscola stalla con un bue, appena fuori dalla cittadina.Erri_De_Luca-Trento_Film_Festival

L’ultima stanza è tutta incentrata sul parto e sul primo abbraccio tra Maria e il suo piccolo. De Luca immagina che Maria sia completamente sola a gestire il parto. Giuseppe sta fuori dalla porta a vigilare. Gli uomini non potevano assistere al parto. Il parto avviene di notte, contrariamente alle previsioni dei due sposi che pensavano che sarebbe avvenuto all’alba: questo permetterà alla mamma di stare a lungo abbracciata al suo bambino, prima che il mondo incominci a prenderglielo.

«Fuori c’è il mondo, i padri, le leggi, gli eserciti, i registri in cui iscrivere il tuo nome, la circoncisione che ti darà l’appartenenza a un popolo. Fuori c’è odore di vino. Fuori c’è l’accampamento degli uomini. Qui dentro siamo solo noi, un calore di bestie ci avvolge e noi siamo al riparo dal mondo fino all’alba. Poi entreranno e tu non sarai più mio» (p. 67)

Il dialogo-monologo tra Maria e Gesù prosegue con tenerezza.

Qualcuno storcerà un po’ il naso di fronte all’approccio molto peculiare di De Luca nell’accostarsi alla Natività. Il racconto è tuttavia ricco di suggestioni originali e interessanti.

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Giovanni Campanella

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