L’Europa, l’Italia e un progetto per il mondo del «dopo»
In questo processo di mutamente anche l’Italia dovrà fare la sua parte: lo deve se non altro alle vittime (ed al dolore delle loro famiglie) della pandemia, di cui ancora non si vede la fine. Questa è un’occasione da non perdere per progettare il mondo del “dopo”: per ricreare un sistema sanitario meglio articolato sul territorio, snellire la burocrazia di uno Stato che non riesce a far arrivare in tempi rapidi soldi alle imprese (che rischiano di chiudere per sempre i battenti), ai cassintegrati, agli artigiani e commercianti ridotti sull’orlo della disperazione. Uno Stato che,ad esempio, non ha ancora imparato a mettere al centro delle proprie politiche il ruolo della Famiglia e della Scuola. A porre le lancette dell’orologio in avanti e non all’indietro. Solo sveltendo il passo, potremo pretendere il rispetto che si deve ai fondatori del Vecchio Continente.