Qualche pensiero sulla «politica». Con l’aiuto di tre Santi
Forte di tale rigoroso impegno – osservava ancora Papa Wojtyła – lo statista inglese pose la propria attività pubblica al servizio della persona, specialmente se debole o povera; gestì le controversie sociali con squisito senso d’equità; promosse l’educazione integrale della gioventù. L’armonia tra il naturale e il soprannaturale costituisce forse l’elemento che più di ogni altro definisce la personalità di San Tommaso Moro: egli visse la sua intensa vita politica con umiltà semplice, contrassegnata dal celebre «buon umore», anche nell’imminenza della morte. Non volendo dare il proprio appoggio al disegno di Enrico VIII che voleva assumere il controllo sulla Chiesa in Inghilterra, rassegnò le dimissioni. Per la sua irremovibile fermezza nel rifiutare ogni compromesso con la propria coscienza, fu imprigionato, «processato» e decapitato. L’uomo non si può separare da Dio, né la politica dalla morale: ecco la luce che ne illuminò la coscienza. San Tommaso Moro – dichiarava San Giovanni Paolo II – con la sua vita testimoniò, fino all’effusione del sangue, il primato della verità sul potere e il servizio alla persona umana come fine supremo della politica. Il Concilio Vaticano II ci rammenta, tra l’altro, che i Santi non cessano di intercedere per noi presso il Padre e la nostra debolezza è quindi molto aiutata dalla loro fraterna sollecitudine, questo può valere anche per la politica.