Santa Brigida. Roma e la devozione al Cristo sofferente
di Francesco Vermigli · Il rione Monti è uno dei più frequentati dalla gioventù romana di oggi (e non solo da quella romana…). Porta iscritto nel suo nome il riferimento ad un’orografia mossa: ne fa esperienza chi ne percorra le strade in un continuo saliscendi, tra locali e bancarelle. C’è una via che attraversa il quartiere in direzione est-ovest, e che è nota perché – presso l’Istituto di Fisica dell’Università di Roma che là aveva la propria sede – si riunivano negli anni ’30 dei giovani fisici italiani, di cui alcuni poi sarebbero diventati famosissimi (Fermi, Majorana… su tutti): coloro che erano comunemente detti “i ragazzi di via Panisperna”.
(vedi)Perché certo la santa svedese a Roma si espresse al meglio nella sua condotta caritativa, nell’attenzione e nella cura dei più poveri. Si preoccupò – come la santa senese Caterina, a lei di fatto contemporanea – del ritorno del papa a Roma da Avignone. Operò per il bene degli altri, compì pellegrinaggi, intervenne nella vita della Chiesa. Ma all’origine di tutto ci fu un’intimità ai dolori di Cristo e al mistero della sua Passione, che è espressione compiuta di una spiritualità che si potrebbe definire classicamente tardomedievale. La spiritualità della Devotio moderna, cioè, e di quel fenomeno delle beghine diffuso in specie tra le fredde lande del nord Europa: quella spiritualità che intreccia l’agostinismo medievale e la dimensione incarnatoria del francescanesimo con una decisa virata individualistica della religiosità.
La centralità della città di Roma nella sua vita e il tratto cristologico della sua spiritualità sono gli aspetti che abbiamo provato a far emergere in queste righe di presentazione della figura di Brigida. Le due cose non sono immediatamente collegate. Tuttavia possiamo notare almeno un nesso decisivo nella storia della santa svedese. E quello che rileviamo è quello che accadde in quella stessa epoca a figure di assoluta rilevanza come Caterina da Siena. Quel nesso che stiamo accennando, consiste nel fatto che l’impegno ecclesiale, l’assistenza ai poveri, l’ingresso nelle vicende della storia ha la sua origine più radicale, la sua dimensione più intima in un’esperienza mistica di Dio.
In modo particolare, la dimensione fortemente cristocentrica e incarnatoria di questa spiritualità rende ragione forse ancor di più del versante attivo della vita di Brigida. Una donna che vive la storia, vive il tempo (e vive la città di Roma nelle sue grandi contraddizioni…) perché è nella storia che in Cristo, nel Cristo sofferente, si è rivelato il vero volto di Dio.