L’Iran si radicalizza ancora di più con il nuovo presidente islamico
di Mario Alexis Portella · La Chiesa Cattolica in Iran ha ricevuto il francescano padre Dominique Mathieu, O.F.M., Conv., come nuovo Arcivescovo di Tehran-Isfahan dei latini (Iran) — la Chiesa (latina) in Iran è composta da sei parrocchie e circa 2.000 membri.
Padre Mathieu, in teoria, occupa un posto vacante da sei anni dopo il pensionamento del precedente arcivescovo, Mons. Ignazio Bedini, S.D.B. Sebbene la Chiesa Cattolica esista in Iran da circa 700 anni, il regime islamico non ha sempre tollerato la sua presenza. Infatti, subito dopo la rivoluzione del 1979 quando lo Shah Mohammed Pahlavi è stato deposto e di conseguenza finisce la democrazia in Iran, l’arcivescovo dell’epoca fu allontanato dal paese per circa dieci anni.
Oggi, però, l’Arcidiocesi di Teheran-Isfahan è ancora senza vescovo. Il Mons. Mathieu, che ha ricevuto la consacrazione episcopale il 16 febbraio 2021, non è ancora potuto entrare nel paese. Con conseguenze deleterie come la negazione del visto di soggiorno alla settantacinquenne suor Giuseppina Berti, delle Figlie della Carità, per 26 anni attiva nel lebbrosario di Tabriz, la Repubblica Islamica di Iran sta mostrandosi proprio come il paese teocratico che vuole sradicare il cristianesimo dalla sua terra.
Di conseguenza, le minoranze cristiane in Iran non riescono a vivere in pace siccome la loro persecuzione prosegue senza alcuna pietà da parte delle autorità islamici. Alcuni convertiti cristiani, recentemente, sono stati arrestati o convocati per scontare la pena. In alcuni casi, anche i loro beni sono stati confiscati:
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Nel maggio 2021, tre cristiani convertiti Amin Khaki, Milad Goodarzi e Alireza Nourmohammadi sono stati accusati di diffondere propaganda ed attività educative contrarie alla santa Sharia dell’Islam.
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«propaganda contro il regime attraverso il proselitismo del cristianesimo evangelico». La pena è stata ridotta dalla Corte d’Appello di Alborz a nove mesi di reclusione e a due anni di divieto di lasciare il Paese.
La costituzione iraniana, mentre riconosce ufficialmente i diritti umani, politici, economici e di altro tipo ai cittadini, comunque dichiara che tutte le leggi e i regolamenti devono essere basati su “criteri islamici” e su un’interpretazione ufficiale della sharia.
Anzi, il Preambolo dice:
«Prepara contro di loro qualunque forza tu possa radunare e corde di cavalli, incutendo timore nel nemico di Allah e nel tuo nemico, e altri oltre a loro». — Sura 8, 60
Mi limito presentare, tra tanti esempi, quello di Esmail Bakhshi e Sepideh Golian, due sindacalisti iraniani che avevano denunciato di aver subito torture tra novembre e dicembre 2018 dello scorso anno, sono stati nuovamente arrestati il 19 gennaio 2019, e rischiano ulteriori forme di vessazione.
Bakhshi e Golian erano stati arrestati il 18 novembre 2018, per aver preso parte a una manifestazione pacifica di fronte alla sede del governatore di Shush, nel Khuzestan, per chiedere la ripresa del versamento degli stipendi a migliaia di operai del complesso industriale di Haft Tappeh, dove si produce canna da zucchero.
Rilasciati su cauzione un mese dopo, i due sindacalisti avevano denunciato che nel corso della detenzione erano stati picchiati, sbattuti violentemente contro un muro, buttati a terra, umiliati e minacciati di aver compiuto stupri e omicidi.
Secondo i giornali di Sepideh, che usciranno in Italia per iniziativa del festival Vicino/Lontano e delle Librerie nel Comune di Udine, con il patrocinio di Amnesty International, l’attivista Sepideh racconta che nella ha subito torture e ha dovuto confessare essendo sottoposta a violenze.
L’Iran, come sponsor dell’organizzazione terrorista Hezbollah, sta anche costruendo uno stato dentro lo stato del Libano con i soldi provenienti dal mercato nero. Gli scaffali dei supermercati, ad esempio, si stanno progressivamente svuotando per la ragione che il Libano non ha sufficienti dollari per consentire alle imprese libanesi di importare beni e servizi con cui soddisfare la domanda del mercato interno. Anzi, quei pochi che sono rimasti nelle tasche dei libanesi finiscono perlopiù per alimentare l’acquisto delle merce di contrabbando.
Ora la situazione è peggiorata con il nuovo presidente eletto, Ebrahim Raisi, un gran violatore dei diritti umani.
Quello che è diventato più scandaloso per gli iraniani (cristiani e non cristiani) è il silenzio dei capi di stato occidentali. Il Vaticano può direttamente intervenire, specialmente sull’Iran che ha un corpo diplomatico sorprendentemente ampio presso la Santa Sede (solo la Repubblica Dominicana ha più diplomatici accreditati dell’Iran).