di Carlo Nardi · Nel Vangelo secondo san Marco si trova il Ricco (Marco 10,17-31 in genere), nel Vangelo secondo san Matteo si trova il Giovane ricco (Matteo 19,20. cf. 16-30), nonché nel Vangelo secondo san Luca si trova un pio Notabile (Luca 18,18. cf. 18-30). Questi i Vangeli sinottici. Ma c’è anche un Vangelo secondo gli ebrei per lo più usato in parte in latino. Ed ora a proposito del cosiddetto giovane ricco e non solo. A questo proposito apro qualcosa di mio: un mio scritto Clemente di Alessandria. Quale ricco si salva? Il cristiano e l’economia (Cultura cristiana antica. Testi), Borla, Roma 1991, con ampia introduzione, il resto con il codice greco della biblioteca dell’Escorial ed un Vaticano greco, ma copiato dal suddetto. Tuttavia anche con citazioni, in primo luogo il titolo dello scritto usato da Eusebio di Cesarea, e vari fogli come di Massimo il Confessore mediante uno pseudo Dionigi l’Areopagita ed un frammento armeno. Quindi il testo. Introduzione: Sconcerto di fronte alle esigenze del Vangelo (pp. 59-66); Parte prima: Libertà interiore e retto uso della ricchezza (pp. 67-92); Parte seconda: L’amore cristiano (pp. 93-105).
Marco 10: il ricco, il giovane ricco’, secondo Matteo, e quindi nell’età malleabile, l’età delle scelte, delle scelte di vita: una scelta, quella del personaggio del Vangelo, che lo lascia nella sua malinconica solitudine, anzi una non scelta, un’occasione mancata, un treno perso, <<perché aveva molti beni>>. La prima letteratura cristiana si è lasciata interrogare e inquietare da questo testo, episodio, personaggio e soprattutto parole di Gesù. E’ interessante una lettura probabilmente tra i cristiani provenienti dal popolo ebraico, vicini a s. Giacomo autore della lettera cattolica, lettura presente in un frammento di un vangelo apocrifo. Al sentirsi dire da parte del ricco d’aver osservato e osservare i comandamenti di Dio, Gesù gli mostra tanti disgraziati e poveracci per i quali non fa né dà nulla. Insomma, Gesù ne smaschera se non la mala fede, una falsa coscienza. L’interpretazione non pare andare d’accordo con lo sguardo di profonda simpatia, anzi di compiacimento che Gesù gli riserva.
Eppure quell’interpretazione sarà in san Basilio (+ 379) e con qualche accenno in Clemente di Alessandria (+ 215), il quale dedica al testo di Marco un operetta, forse due o più discorsi cuciti insieme, dal titolo significativo: Quale ricco si salva? Che dice in sintesi in quel suo libretto? Intanto, non vuole né far disperare né lisciare nessuno. Ma dice che primo le cose create, i frutti della terra in sé sono un bene di Dio e non una maledizione. Secondo: l’attenzione alla bramosia di avere, di avere sempre di più, di possedere, di trattenere, rende la persona simile a quello che ha, insensibile come l’oro e l’argento, pronta a tutto, senza scrupoli.Terzo: quello che si ha, lo si ha per dare. I modi possono essere diversi, ma è per comunicarlo, per parteciparlo. E mi pare corretta l’interpretazione delle problematiche, anche ambigue parole di Gesù sull’ingiusta ricchezza, con cui farsi gli amici: Cristo, per Clemente, “dichiara che ogni possesso che si tiene per se stessi come proprio e non si mette in comune con chi ha bisogno, è ingiusto, ma che, a partire da questa situazione di ingiustizia, è anche possibile compiere un’opera giusta: dare un sollievo a qualcuno” (Quale ricco si salva? 31,6). E non è poco, secondo il Signore (Mt 25), come già per i profeti, specialmente Amos e Isaia.
Per saperne di più dei miei scritti in merito:
L’Evangelo nella Vita Antonii di s. Atanasio, in Rivista di ascetica e mistica, ossia RAM 50 (1981), pp. 34-46.
Nota a Clemente Alessandrino, Quis dives selvetur 19,3, in Pronetheus 9 (1983), pp. 105-110.
Il seme eletto e la maternità di Dio nel Quis dives selvetur di Clemente Alessandrino, in Pronetheus 11 (1985), pp. 271-286.
Il giovinetto (Introduzione e traduzione italiana in endecasillabi sciolti della poesia Der gerettete Jungling di J.G. Herder), in RAM 56 (1987), pp. 158-160.
Socratismo evangelico nell’Ottavo Stronateis (cap. I) di Clemente Alessandrino, in Annali dei Dipartimento di Filosofia dell’Università di Firenze 4 (1988), pp. 23-36.
Il racconto del giovane capo dei briganti del Quis dives selvetur di Clemente Alessandrino negli Atti di Giovanni dello pseudo-Procoro, in Pronetheus 15 (1989), pp. 80-90.
Clemens Alexandrius (QDS 25,4) Platonis Apologiae (30E) inteprens, in Pronetheus 15 (1989), pp. 207-208.
Clemente di Alessandria, Quale ricco si salva? Il cristiano e l’economia, Borla, Roma 1991.
‘Respirare Dio’, ‘respirare Cristo’: patristica ed esicasmo fra Oriente e Occidente, in RAM 61 (1991), pp. 304-316.
Gioventù e riconciliazione cristiana. La proposta di Clemente Alessandrino, in RAM 62 (1993), pp. 343-367, con appendice di mia traduzione del Quis dives selvetur 42,1-15: pp. 368-371.
Quale ricco si salva. La proposta di Clemente Alessandrino, in Parola, Spirito e Vita 42 (2000), pp. 177-190.
Ricchezze, in Parrocchia di Santa Maria a Quinto in Sesto Fiorentino. Lettera settimanale ai parrocchiani 2 (15 ottobre 2006) n° 28, p. 3.
Giovanni Crisostomo e i poveri. La sua inquietante utopia. Voci antiche, in Parrocchia di Santa Maria a Quinto in Sesto Fiorentino. Lettera settimanale ai parrocchiani 3 (28 ottobre 2007) n° 30, p. 3.
Clément d’Alexandrie, Quel riche sera sauvé? Texte grec: O. Stahlin et L. Fruchtel (GCS 17 2), Introduction, notes et index par Carlo Nardi, Professeur à la Faculté de théologie d’Italie centrale, Florence / Patrick Descourtieux, Professeur à l’Institutum Patristicum Augunstinianum, Rome / Traduction Patrick Descourtieux / Sources Chrétiennes N° 567 / Les éditions du Cert 29, Bd La Tour-Maudoueg, Paris 2011:
Ricchezze e povertà, dignità e miserie. Tra le molteplici voci patristiche l’accorato disagio di Doroteo di Gaza, in Religioni e Società (Chiesa e povertà. Disagi e prospettive) 29 (maggio-agosto 2014), n. 79, pp. 38-45.
Giovanni Crisostomo e i poveri. La sua inquietante utopia. Voci antiche, in Parrocchia di Santa Maria a Quinto in Sesto Fiorentino. Lettera settimanale ai parrocchiani 3 (28 ottobre 2007), n° 30, p. 3.