di Carlo Parenti • Si parla tanto di coste africane, ma cosa accade davvero in quel continente? Il Mother Mercy Hospital è l’unico ospedale in un raggio di 200 miglia sui Monti Nuba, in Sudan. A gestirlo un solo dottore, Tom Catena, che insieme alle suore comboniane della missione cattolica in Sud Kordofan assiste il popolo dimenticato di questa area martoriata da continui bombardamenti e dalla carestia che avanza in tutta la regione. Un solo medico per un milione di persone. Arrivano in migliaia all’ospedale, a piedi, su muli o carri, o spesso cullati tra le braccia delle madri. E nessuno di loro rimane senza assistenza.
Quella che sta accadendo in Sud Sudan è una delle più gravi crisi umanitarie: 1,6 milioni di sfollati interni costretti a fuggire per salvarsi da massacri e combattimenti, 40.000 bambini malnutriti a rischio di vita, 200.000 persone intrappolate nei campi per sfollati in tutto il paese.
Non migliore la situazione nel Darfur che è invece una regione dell’Ovest del Sudan. Questi i numeri, inclementi, dello stato della crisi in Darfur: – 2,5 milioni di persone vivono nei campi profughi allestiti in tutta la regione; – 4,6 milioni hanno bisogno di aiuti umanitari o assistenza – 4.4 milioni di bambini al di sotto i 5 anni soffrono di grave malnutrizione. – 250 mila civili sono fuggiti dall’area dei monti Jebel Marra solo nel 2016. – 300 mila gli sfollati arrivati dal Sud Sudan.
E questa è la situazione che riguarda un solo paese.
Raccolgo volentieri e sintetizzo dunque un appello di Padre Alex Zanotelli –missionario comboniano già direttore di Negrizia e vissuto per 12 anni in Kenya, a Korogocho, una delle baraccopoli che attorniano Nairobi – a tutti i giornalisti affinché compiano ogni sforzo per “illuminare” l’Africa e i conflitti militari, etnici, sociali, religiosi che stanno insanguinando quella terra, rompendo l’omertà del silenzio mediatico che grava soprattutto su questo continente. Zanotelli osserva anche che per secoli abbiamo saccheggiato l’Africa e continuiamo a farlo con una politica economica che va a beneficio dei governi, delle banche e delle imprese europee.
«E’ inaccettabile per me il silenzio sulla drammatica situazione nel Sud Sudan (il più giovane stato dell’Africa)Ingarbugliato in una paurosa guerra civile che ha già causato almeno trecentomila morti e milioni di persone in fuga.
E’ inaccettabile il silenzio sul Sudan, retto da un regime dittatoriale in guerra contro il popolo sui monti del Kordofan, i Nuba ,il popolo martire dell’Africa e contro le etnie del Darfur.
E’ inaccettabile il silenzio sulla Somalia in guerra civile da oltre trent’anni con milioni di rifugiati interni ed esterni.
E’ inaccettabile il silenzio sull’Eritrea, retta da uno dei regimi più oppressivi al mondo, con centinaia di migliaia di giovani in fuga verso l’Europa.
E’ inaccettabile il silenzio sul Centrafrica che continua ad essere dilaniato da una guerra civile che non sembra finire mai.
E’ inaccettabile il silenzio sulla grave situazione della zona saheliana dal Ciad al Mali dove i potenti gruppi jihadisti potrebbero costituirsi in un nuovo Califfato dell’Africa nera.
E’ inaccettabile il silenzio sulla situazione caotica in Libia dov’è in atto uno scontro di tutti contro tutti, causato da quella nostra maledetta guerra contro Gheddafi.
E’ inaccettabile il silenzio su quanto avviene nel cuore dell’Africa , soprattutto in Congo, da dove arrivano i nostri minerali più preziosi.
E’ inaccettabile il silenzio su trenta milioni di persone a rischio fame in Etiopia, Somalia , Sud Sudan, nord del Kenya e attorno al Lago Ciad, la peggior crisi alimentare degli ultimi 50 anni secondo l’ONU.
E’ inaccettabile il silenzio sui cambiamenti climatici in Africa che rischia a fine secolo di avere tre quarti del suo territorio non abitabile. L’ONU si aspetta già entro il 2050 circa cinquanta milioni di profughi climatici solo dall’Africa.
E’ inaccettabile il silenzio sulla vendita italiana di armi pesanti e leggere a questi paesi che non fanno che incrementare guerre sempre più feroci da cui sono costretti a fuggire milioni di profughi. (Lo scorso anno l’Italia ha esportato armi per un valore di 14 miliardi di euro!!)
Non conoscendo tutto questo è chiaro che il popolo italiano non può capire perché così tanta gente stia fuggendo dalle loro terre rischiando la propria vita per arrivare da noi. Non possiamo rimanere in silenzio davanti a un ‘altra Shoah che si sta svolgendo sotto i nostri occhi.
Diamoci tutti/e da fare perché si rompa questo maledetto silenzio sull’Africa.»