Il diario della prigionia del cardinale Pell.

conclude con un verdetto di colpevolezza. Il 26 febbraio 2019 i Procuratori della Regina ritirano le accuse riguardanti il periodo risalente agli anni ’70. Il 27 febbraio 2019 il Cardinale Pell viene riportato in carcere ammanettato per attendere la sentenza di condanna per il processo riguardante il periodo di Melbourne. Il 13 marzo 2019 il Cardinale Pell è condannato a 6 anni di carcere. Nel giugno 2019 egli presenta l’appello alla Corte Suprema dello Stato del Victoria. Il 21 agosto 2019 l’appello è respinto. Uno dei due  giudici, quello  contrario alla condanna, scrive una memoria di 200 pagine dove dice che le accuse sono infondate che era impossibile che il Cardinale potesse violentare subito dopo la celebrazione della messa i due giovani coristi  nella cattedrale di Melbourne in cui era impossibile che fosse rimasto solo con le  vittime e che le decine di testimoni a favore di Pell non erano stati presi in considerazione per un evidente avversione al dramma della pedofilia che in una nazione come l’Australia vedeva “colpevoli” tutti i preti senza nessuna distinzione oggettiva. La stampa australiana scrisse in tutto questo periodo sul processo al Cardinale Pell dividendosi tra colpevolisti e garantisti. Quello che colpì l’opinione pubblica fu che il Cardinale Pell si proclamava sempre innocente e che volontariamente aveva lasciato il Vaticano per tornare in Australia per farsi processare. Durante questo periodo George Pell fu messo in carcere a Melbourne in una cella singola come un criminale comune. Ogni volta che riceveva una visita si doveva mettere la divisa da detenuto. Ogni volta che veniva trasferito dalla cella al tribunale veniva ammanettato. Evidentemente in Vaticano c’era chi godeva della carcerazione del Cardinale Pell, infatti il Cardinale australiano aveva cominciato a frugare tra i milioni di euro che erano nella completa disponibilità della Segreteria di Stato e direttamente e poi indirettamente gestiti dal Cardinale Becciu. Durante la detenzione e processo a Pell dalla Segreteria di Stato è stato recentemente accertato che sono partiti migliaia di euro (bonifici per 700.000 euro) per la Chiesa australiana. La Conferenza Episcopale Australiana ha negato di aver ricevuto questi soldi. Il sospetto, anzi qualcosa di più del sospetto, è che questi soldi siano stati inviati all’accusatore del Cardinale Pell. Questa vicenda è emersa nell’indagine a carico del Cardinale Becciu, ordinata da Papa Francesco, alla magistratura vaticana. Becciu era al centro di numerose speculazioni finanziarie, di favori fatti a suoi parenti, e di aver incaricato due signore conosciute nella mondanità romane di spendere e spandere soldi per improbabili azioni di spionaggio e controspionaggio. Il Cardinale Pell era un potenziale nemico di questo mondo corrotto che faceva capo al Vaticano. Il 7 aprile 2020 l’Alta Corte d’Australia assolve completamente da ogni accusa il cardinale Pell dalle condanne dei due precedenti gradi di giudizio con decisione unanime di 7 a 0. il Cardinale Pell viene scarcerato. E’ uscito nel 2021 “Il diario di prigionia” di George Pell edito da Cantagalli. Un diario struggente dove viene fuori la personalità carismatica, ironica, di questo uomo che affida la sua sorte a Dio senza rancore per nessuno e dove racconta le piccole e umilianti storie di un carcerato come se si trattasse di un proficuo ritiro spirituale. Un diario sconvolgente e bellissimo che testimonia una delle pagine più crudeli vissute da un Cardinale di Santa Romana Chiesa che voleva mettere a posto le finanze vaticane. Quando Papa Francesco ha fatto dimettere il Cardinale Becciu da “Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi” , levandogli tutti i privilegi cardinalizi, il Cardinale George Pell, rientrando a Roma, rivestito  nuovamente della porpora rossa commentò quel che il Papa aveva deciso per il Cardinale Becciu dicendo :” Era l’ora!”.