San Giovanni Paolo II e il «Ius Sacrum»
Wojtyła, tutti i battezzati partecipino dell’ufficio regale, profetico e sacerdotale di Cristo, tuttavia i chierici e i laici ricevono distinte funzioni in ordine alla loro sociale attività, funzioni regolate e tutelate per volontà di Cristo dal «sacro diritto» (Ius Sacrum), in modo che si provveda al bene comune della Chiesa. San Giovanni Paolo II rilevava, inoltre, che è da questa mirabile realtà ecclesiale, invisibile e visibile, che dobbiamo riguardare il «Ius Sacrum», che vige ed opera all’interno della Chiesa: è prospettiva che, evidentemente, trascende quella meramente storico-umana, anche se la conferma ed avvalora. Papa Wojtyła, verso il termine del discorso, rispondeva alla domanda con la quale aveva iniziato la sua allocuzione, affermando che il diritto canonico non va considerato come un corpo estraneo, né come una sovrastruttura ormai inutile, né come un residuo di presunte pretese temporalistiche. Connaturale è il diritto alla vita della Chiesa, cui anche di fatto è assai utile: esso è un mezzo, è un ausilio, è anche – in delicate questioni di giustizia – un presidio. Ritengo che questa visione del «Ius Sacrum» presentata da San Giovanni Paolo II sia sempre da coltivare.