Il Salmo 94. Di prima mattina, lode e ascolto,
di Carlo Nardi • Almeno dalla Regola di san Benedetto (cap. 9) in poi il Salmo 94 nel breviario romano ci parla della notte già protesa al primo albeggiare. Apriva infatti il ‘mattutino’, la prima ora dell’ufficio divino, l’odierna ora della lettura. Sennò, è da premettere alle lodi, con la libertà di scegliere anche altri salmi adatti. Comunque, tra i cosiddetti invitatori, fra cui i Salmi 66 e 23.
Sennonché il Salmo ricorda episodi oscuri dell’esodo: i rimpianti per la schiavitù dell’Egitto, la paura del cammino nel deserto, il mettere Dio sotto accusa in una specie di processo. Il mugugno, la ‘mormorazione’, infatti prese campo a Meriba, il cui nome viene da rîb, che sa di lite. Fu un chiamare in causa Dio, con una ostilità che escluse il popolo ostinato dall’ingresso alla Terra promessa.
Difatti, c’è sempre il rischio di un fallimento totale, di una rovina per l’eternità. Lo suggerisce il Salmo nell’uso della preghiera della Chiesa, la quale nel salterio mattutino sembra sottolineare particolarmente la frase: Oh se ascoltaste oggi la sua voce! la ‘voce di Dio’, da ‘ascoltare oggi’. Un ascolto da non rimandare a domani, che non c’è automaticamente dato.
Invece, è certo il dilemma se entrare o non entrare nel riposo di Dio, ed è altrettanto certo che può dipendere anche dall’oggi. La liturgia del primo mattino c’insegna ad approfittare di ‘quest’oggi’, facendo eco alla Lettera agli Ebrei (cap. 3), che legge il Salmo in una prospettiva di eternità: «Impegniamoci ad entrare in quel ristoro: che nessuno piombi nella stessa forma di incredulità» (Ebr 3,11) di chi aveva diffidato di Dio.
La preghiera notturna di questo Salmo, opportunamente a memoria, può anche confortare le nostre preoccupate insonnie e conciliarci nel ristoro di un ascolto fiducioso di Dio, e così prepararci a un nuovo giorno.