Il pensiero del Beato Giuseppe Toniolo
di Giovanni Pallanti · Domenico Sorrentino, Vescovo di Assisi, ha scritto un libro molto interessante dal titolo “Economia umana, La lezione e la profezia di Giuseppe Toniolo: una rilettura sistematica”. Giuseppe Toniolo nacque a Treviso il 7 marzo 1845 e morì a Pisa il 7 ottobre 1918, economista, sociologo e accademico, è stato tra i protagonisti della nascita del movimento cattolico italiano. La filosofia fondamentale dell’economista si fonda su un modello di organizzazione sociale ispirato cristianamente e rafforzato dal principio della sussidiarietà. Fu proclamato venerabile da Papa San Paolo VI il 7 gennaio 1971 e beatificato il 29 aprile 2012 durante il pontificato di Papa Benedetto XVI. Il Vescovo Sorrentino, nel suo saggio, edito da Vita e Pensiero alla fine del 2021, tratta il pensiero di Toniolo attraverso interessanti capitoli che scandiscono i diversi aspetti sociali ed economici attraverso i secoli, studiando per ogni periodo il rapporto che è intercorso tra Stato e Mercato. Oggi, di fronte a un’economia globale, con problemi di disuguaglianza, di povertà e di dissesto ecologico, il pensiero di Toniolo può essere una bussola necessaria per orientare un’economia umana che al di là della matematica e dei conti finanziari esprima le necessità della persona umana, ponendola al centro di tutte le questioni politiche ed economiche. Domenico Sorrentino svolge un lavoro quasi antologico, traendo spunti dal “Trattato di economia sociale” del Toniolo. Questo libro pone un problema fondamentale: come è possibile realizzare concretamente il pensiero del Beato Toniolo in un contesto di relazioni economiche selvagge tipiche della globalizzazione dei mercati? In primo luogo è necessario tenere in debito conto la progressiva scristianizzazione dell’Occidente europeo e della crescita economica di Stati-Continente come l’India e la Cina, che conoscono poco o nulla dei principi di sussidiarietà e di giustizia nella distribuzione dei guadagni, rendendosi praticamente estranei al pensiero tonioliano. Va aggiunto anche il tramonto dell’esperienza della Democrazia Cristiana in Italia, in Europa e in Sudamerica. Toniolo fu infatti uno dei principali ispiratori dell’Enciclica “Rerum Novarum” di Papa Leone XIII da cui nacquero i primi movimenti politici di ispirazione cristiana tra le fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento. Movimenti politici che conobbero l’ostilità della gerarchia cattolica e del Papa Pio X fino all’elezione al soglio di Pietro di Benedetto XV, che sostanzialmente autorizzò l’ingresso dei cattolici in politica con l’iniziativa di don Luigi Sturzo, fondatore del Partito Popolare italiano. I cattolici italiani, a differenza di quelli belgi, francesi e tedeschi, poterono raggiungere la piena libertà politica dopo la firma del Concordato tra Stato italiano e Santa Sede dell’11 febbraio 1929. Dopo i venti anni di fascismo e la seconda guerra mondiale, il pensiero di Toniolo fu un elemento fondativo del programma della Democrazia cristiana, insieme al pensiero di Keynes e al contributo, nei governi De Gasperi, di Luigi Einaudi. Poi progressivamente il pensiero di Toniolo è stato relegato da una parte e quasi del tutto dimenticato. Oggi, il lavoro del Vescovo di Assisi lo pone nuovamente all’attenzione degli economisti e dei politici, italiani e non. Purtroppo, come già ricordato, non c’è più la Democrazia Cristiana, salvo che in Germania. Però la rinnovata attenzione al pensiero del Beato Toniolo potrà essere utile in un prossimo avvenire che ad oggi non è facilmente prevedibile. Però vale la pena di dire “mai dire mai”. Il libro del Vescovo Domenico Sorrentino ha una prefazione di Stefano Zamagni e un corpus di 330 pagine.