Il Giornale del Mattino di Ettore Bernabei.

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di Giovanni Pallanti · Quando Firenze insorse contro il Nazifascismo nell’agosto 1944, il giornale La Nazione si trasformò nella “Nazione del popolo” che diventò l’organo del CTLN. Subito dopo la guerra, dalla Nazione del Popolo, rifiorì La Nazione e due importanti giornali minori, Il Nuovo Corriere, diretto da Romano Bilenchi, e Il Giornale del Mattino, diretto da Ettore Bernabei. Quest’ultimo organizzò il quotidiano, che fu una vera scuola per una nuova classe dirigente, fatta da intellettuali, artisti, scrittori e giornalisti. Insieme a lui c’era Sergio Lepri, che curò una terza pagina di assoluto valore, a cui collaborarono, fra gli altri, Luigi Baldacci, Leone Piccioni, Francesca Sanvitale, Giorgio Luti, Carlo Coccioli, Oreste Macrì, Margherita Guidacci, Piero Bargellini, Mario Luzi, Ottone Rosai e Vittore Branca.

Il lettore scuserà questa lunga lista di nomi, ma basta questo elenco per capire l’importanza del giornale di Bernabei nella storia della cultura italiana del Novecento. Sul piano politico il quotidiano si schierò con Giorgio La Pira e Alcide De Gasperi (nel ‘51 e nel ‘56) e la Democrazia Cristiana, contro i comunisti, in modo chiaro e deciso, anche sul fronte culturale. Ora è uscito un bel volume a cura dello storico Pier Luigi Ballini, che racconta questa storia (edito da Polistampa), dove insigni studiosi trattano i diversi aspetti dell’avventura del Giornale del Mattino. Che, dopo Bernabei, fu diretto da Hubert Bianchi e Leonardo Pinzauti, poi grande critico musicale della Nazione. Bernabei fu poi chiamato a dirigere il quotidiano della Dc, il Popolo e dopo la Rai, diventando il più importante organizzatore culturale e giornalistico della Dc, che aveva formato una classe dirigente di cui oggi rimane purtroppo solo il ricordo.

Infatti il giornale di Bernabei è nato a Firenze dove nel secondo Dopoguerra la Chiesa del Cardinale Elia Dalla Costa era piena di fermenti innovatori. Gran parte degli intellettuali antifascisti e anticomunisti trovarono nel “Giornale del Mattino” il luogo per pubblicare i loro studi che rappresentarono una evoluzione democratica della cultura italiana, come ben scrive nel libro curato da Ballini, Marino Biondi.Sul piano politico ed economico, nei saggi di Ballini e di Piero Roggi si studia le linee economiche del quotidiano fiorentino che sosteneva l’intervento dello Stato nell’economia di mercato e, come sottolinea Ballini, un’adesione forte alla strategia internazionale democratica e atlantista di De Gasperi e, al contempo, l’azione di Giorgio La Pira, concentrata sulla pace mondiale e sui problemi del Mediterraneo. Al Giornale del Mattino collaborarono inoltre alcuni giornalisti che diventarono protagonisti della carta stampata e della televisione italiana. Tra questi, Oriana Fallaci, Wanda Lattes, Paolo Cavallina, Domenico Sassoli (padre del Presidente del Parlamento Europeo David Maria Sassoli) e Giampaolo Cresci.

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Giovanni Pallanti

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