Ciriaco De Mita. un grande democristiano.

di Giovanni Pallanti · Ciriaco De Mita è stato uno dei più importanti leader politici dell’Italia repubblicana. Nato a Nusco (Avellino) nel 1928, è morto il 26 maggio del 2022, a 94 anni. Era, nonostante l’età, sindaco di Nusco. Figlio di un sarto, studio’ da privatista presso il suo parroco, nel paese natale, conseguendo brillantemente la maturità classica. Fu talmente bravo che vinse una borsa di studio per andare all’università del Sacro cuore di Milano, dove si laureò in Giurisprudenza. Appena laureato fu impiegato presso l’ufficio giuridico dell’Eni di Enrico Mattei. Nel 1963 fu eletto deputato al Parlamento, insieme ad altri giovani democristiani, esponenti della sinistra di base: Nicola Pistelli di Firenze e il calabrese Riccardo Misasi. 

Il leader politico della sinistra dc era Fiorentino Sullo, uomo colto e con grande capacità di governo, anche lui campano, con cui De Mita entrò presto in contrasto. Sottosegretario agli Interni e poi quattro volte ministro, nel 1982 De Mita diventò segretario nazionale della Democrazia cristiana, incarico che tenne fino al 1989. Dal 1988 al 1989, fu presidente del Consiglio dei ministri. Il doppio incarico apicale gli costò una sollevazione del partito contro di lui. In quanto la Dc mal tollerava che un uomo solo avesse tutto il potere. Come segretario dello scudocrociato si impegnò per il rinnovamento dei quadri dirigenti, e per un accordo strategico con i socialisti di Craxi per la riforma delle istituzioni repubblicane. 

Con Craxi nacque un lungo confronto-scontro, dovuto al carattere dei due uomini e una visione diversa del modello di Stato: Craxi era per un modello presidenziale e De Mita per il cancellierato alla tedesca. Il deputato avellinese diventato segretario dei democristiani, aveva un modo di parlare apparentemente involuto, ma sempre coerente, con ragionamenti logici e realistici, e con una concezione della politica che risaliva a don Luigi Sturzo, da lui definito “il più grande pensatore italiano del Novecento”, insieme ad Antonio Gramsci.

Io l’ho conosciuto molto bene, perché sono stato segretario provinciale della Dc fiorentina, dal 1987 al 1990, e ho avuto modo di incontrarlo spesso. Era un politico che non faceva sconti. Faccio un esempio: nel 1985 ero assessore alla casa del Comune di Firenze, nella giunta del sindaco Lando Conti. I sindaci e gli assessori alla casa delle città capoluogo di regione mi nominarono coordinatore degli assessori all’edilizia pubblica. In un consiglio nazionale, Beniamino Andreatta, parlando delle elezioni amministrative, mi defini’ “il migliore assessore italiano”. Ebbene, in quelle elezioni fui messo in lista con il numero 45. Chiudendo la campagna elettorale a Firenze, al Palazzo degli affari, De Mita ripete’ quello che aveva detto Andreatta. “Bravo, ma nessun posto di rilievo nella lista dei candidati al consiglio comunale”. Anche questo era lo stile De Mita. Nel 1987, quando diventai segretario provinciale, mi chiamò a Roma, dove, A Piazza del Gesù, lo incontrai con il segretario regionale della Dc toscana Giuseppe Matulli. Esordi’ dicendomi: ho fatto molto per la tua elezione a segretario di Firenze. Non ho mai capito se fosse stato vero. In effetti ero stato eletto con il 94 per cento dei voti congressuali contro Luigi Cappugi che raccolse il 6 per cento dei voti dei delegati. Anche questo era De Mita. Un uomo complesso, intelligente, colto e scaltro. Un grande democristiano.