Ottorino Orlandini: una vita per la giustizia e la libertà
cattolico fuori dalla politica dello Stato italiano. I cattolici non potevano nè votare per il Parlamento, nè essere eletti. Nei primi anni del Novecento, molti giovani cattolici, preti e laici, decisero di contestare il non expedit. Una delle occasioni che videro i giovani cattolici italiani contestare la politica vaticana fu l’ingresso in guerra nel 1915. Aderirono all’interventismo democratico tra gli altri Don Luigi Sturzo, Giuseppe Donati, Don Giulio Facibeni, Don Primo Mazzolari, Don Giovanni Minzoni, Padre Giovanni Semeria, Giovanni Gronchi e Ottorino Orlandini. Molti di questi furono decorati al valor militare e la loro partecipazione alla guerra fu concepita come guerra di indipendenza nazionale. I cattolici in questo modo rientrarono nella storia unitaria dell’Italia. Secondo: la storia di Ottorino Orlandini smaschera il settarismo anarchico e comunista nella guerra civile spagnola che fu all’origine della sconfitta inflitta alla Repubblica dal Generalissimo Franco. I comunisti non sopportavano che i capi della lotta antifascista fossero appartenenti a partiti diversi dal loro. L’amicizia di Orlandini con Carlo Rosselli è la prova che molti uomini liberi si ritrovarono negli ideali di Giustizia e Libertà. Terzo: il Comune di Scandicci guidato attualmente da una Giunta di sinistra e dal 1946 roccaforte del partito comunista, ritrovandosi intorno alla biorafia di Ottorino Orlandini scritta da Mauro Bagni, compie un atto di grande rottura perchè, Bagni racconta che Luigi Longo, comandante delle brigate internazionali in Spagna, aveva ordinato l’uccisione di Orlandini come sabotatore e spia del Vaticano. Ovviamente un’accusa falsa, come è dimostrato dall’intera vita di Orlandini.