Antiche radici dell’etica finanziaria
https://www.ilmantellodellagiustizia.it/wp-content/uploads/2022/02/9788806247980_0_536_0_75-301x500.jpg 301 500 Giovanni Campanella Giovanni Campanella https://secure.gravatar.com/avatar/842dbc298b5c13cc052b589e6db05f0f?s=96&d=mm&r=gdi Giovanni Campanella · Nei primi giorni di ottobre 2021, la casa editrice Einaudi ha pubblicato, all’interno della collana “Gli struzzi”, un libro intitolato I Greci e l’arte di fare i conti. Moneta e democrazia nell’età di Pericle e scritto da Giovanni Marginesu.1 «Giovanni Marginesu insegna Storia della Grecia antica all’Università di Sassari, a due passi dallo splendido Museo Archeologico della città. Si è addottorato all’Università di Pisa e formato nella Scuola Archeologica Italiana di Atene. Ha lavorato sulle iscrizioni giuridiche a Creta, isola dove ritorna sempre» (terza di copertina). In questo saggio, l’autore ci informa quanto fosse importante già all’epoca di Pericle (V secolo a. C.) essere trasparenti e precisi nella gestione della “cosa pubblica” e soprattutto nella gestione dei conti pubblici. Dicono che in famiglia tutti si lamentassero dell’avarizia di Pericle, ma che al contrario gli Ateniesi gli fossero ben grati quando esponeva loro con precisione – con acribia si comincia a dire – i rendiconti delle spese di denaro pubblico per una guerra o un monumento o un’impresa di conquista. Già allora l’arte di tenere i conti non era solo una questione di matematica ma anche di etica e, addirittura, di estetica. Infatti, Marginesu ci narra che…