Le Fondazioni delle comunità non musulmane in Turchia

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di Giovanni Campanella · Come riportato dall’agenzia Fides in un articolo del 2 luglio 2022, il testo delle nuove regole per l’elezione degli organi di amministrazione delle Fondazioni delle comunità non musulmane in Turchia è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale turca sabato 18 giugno 2022.

Alle Fondazioni è affidata la gestione di luoghi di culto (chiese e sinagoghe), beni immobiliari e istituzioni pubbliche, come centri culturali e ospedali, collegati alle varie comunità di fede non musulmane. Attraverso il sistema delle Fondazioni lo Stato turco regola i propri rapporti istituzionali con queste comunità. Si capisce quindi come la gestione delle Fondazioni tocchi da vicino la vita delle comunità. Alla Direzione Nazionale delle Fondazioni fanno riferimento attualmente 167 Fondazioni.

La storia di tali Fondazioni ha origine nel 1923, quando fu sottoscritto il Trattato di pace di Losanna

«dalla Turchia e dalle potenze dell’Intesa (Impero britannico, Francia e Impero Russo) uscite vittoriose dalla Prima Guerra mondiale. Il Trattato garantiva alle comunità di fede non musulmane presenti in Turchia l’uguaglianza davanti alle leggi e la libertà di promuovere e gestire “istituzioni religiose e sociali”.» (vedi)

A partire dal 1936, varie disposizioni legislative garantivano alle Fondazioni la possibilità di acquisire nuove proprietà. Tuttavia, nel 1974, tali garanzie furono annullate e lo Stato dette avvio a massicci sequestri. Ma, dopo il 2000, in virtù dei cosiddetti “pacchetti di armonizzazione” richiesti alla Turchia in vista della sua adesione all’Unione Europea, è stato favorito il ritorno dei beni in precedenza sequestrati alle Fondazioni. Nel 2013, fu sospeso il regolamento elettorale per i vertici delle Fondazioni, dopo che il governo aveva preso l’impegno di stabilire nuove procedure e aveva giustificato la misura con l’intento dichiarato di voler rendere più funzionale e trasparente la gestione dei beni immobiliari affidati a tali organismi. Va detto comunque che, secondo dati ufficiali forniti dagli apparati turchi, tra il 2013 e il 2018 sono stati restituiti circa 1.084 immobili alle Fondazioni; alle stesse comunità non musulmane sono stati consegnati 20 luoghi di culto, dopo i necessari restauri.

Ed ecco finalmente, dopo quasi 10 anni di attesa, sono stati pubblicati i nuovi regolamenti elettorali, come suddetto. Alcuni hanno criticato la nuova suddivisione territoriale delle circoscrizioni per eleggere i consigli di amministrazione e il fatto di aver sottoposto al controllo del Ministero della Salute le attività delle Fondazioni che gestiscono ospedali e altre strutture sanitarie. Tuttavia, nell’insieme, i nuovi regolamenti sembrano un segno molto positivo nella direzione dell’integrazione di più numerose sensibilità nella vita pubblica turca. Speriamo che ciò dia ancora nuovo impulso alla crescita delle minoranze in Turchia e le renda più partecipi e vitali, in modo da rendere la Turchia nel suo complesso più democratica, moderna e attenta ai bisogni di tutti.

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Giovanni Campanella

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