La Chiesa di oggi e di ieri in aiuto dell’Africa
di Giovanni Campanella · Sappiamo dai principali giornali che venerdì 3 giugno 2022 il presidente del Senegal e dell’Unione Africana Macky Sall e il presidente della Commissione dell’Unione Africana Moussa Faki Mahamat hanno incontrato in Russia, a Sochi, sul Mar Nero, il presidente russo Vladimir Putin, in quello che è l’incontro internazionale di più alto livello del presidente russo da quando ha invaso l’Ucraina.
«Sebbene Russia e Ucraina producano solo un terzo del grano e dell’orzo del mondo, gran parte di questo è venduto ai paesi africani, che importano il 40% del loro fabbisogno proprio da loro, anche se Ruanda, Tanzania e Senegal arrivano al 60%, l’Egitto all’80%. Sin dall’inizio del conflitto uno degli “effetti farfalla” che spaventano l’Africa riguarda la sicurezza alimentare» (vedi).
Parallelamente, anche la Chiesa di Africa ha fatto sentire la sua voce sul medesimo argomento, attraverso le parole del Cardinale Philippe Nakellentuba Ouédraogo, Arcivescovo di Ouagadougou (Burkina Faso), nel suo messaggio di Pentecoste in qualità di Presidente del SECAM/SCEAM (Simposio delle Conferenze Episcopali d’Africa e Madagascar):
» (vedi).
Ouédraogo osserva però che l’aiuto alimentare diretto dovrebbe essere una soluzione temporanea, anche se molto importante soprattutto in tempi di crisi: ciò che conta nel lungo termine è lo sviluppo di politiche e programmi efficaci che valorizzino la produzione alimentare locale, combattano lo spreco alimentare, proteggano i terreni agricoli e sostengano il lavoro della popolazione contadina.
A proposito di legame tra Chiesa e aiuti all’Africa, mi sono imbattuto in un vecchio ma gustoso articolo di Indro Montanelli citato da Vittorio Messori. Lo storico direttore del Giornale, non può certo essere considerato di parte cattolica, anzi… Nonostante ciò, ricordando che a cavallo tra anni ’80 e ’90 l’Italia ha destinato duemila miliardi di lire di aiuti ogni anno alla Somalia e avanzando riserve nei confronti di questi aiuti monetari diretti, Montanelli spezza una lancia a favore delle iniziative della Chiesa in Africa e scrive in un suo editoriale, intitolato “Un mezzo ci sarebbe”: