Ripensare di Fioretta Mazzei
Ed ecco i pensieri della Mazzei:
Talvolta sono meno esattamente disegnati, ma sempre più pieni di significati di quando scorrono nella realtà perché lì per lì spesso sfuggono alla nostra osservazione.
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Questo punire al concreto era la sua risposta per il Giudizio Universale, la sua speranza per l’ingresso nella casa del Padre: l’avete fatto a me, dirà il Signore.
E questa scelta del concreto era anche per lui possibilità di aggregazione di tutti gli nomini di buona volontà, nessuno escluso: per costruire insieme la caso comune!
Naturalmente ogni atto di La Pira è sostenuto da riflessioni e da lunghi, organici studi, scrupolosamente verificati, per ogni argomento, come le riflessioni delle persone più pensose del suo tempo. La sua biblioteca tuttora raggruppa i libri secondo le epoche dei suoi vari intenti. Ecco: io scrivendo, in definiva non so neppure per chi, ho tenuto spesso tutto questo per ovvio, ma mi dispiacerebbe che incontrato La Pira qui, per la prima volta, non riuscisse facile verificare questa saldatura d’anima e corpo che è insieme mistero dell’uomo e mistero cristiano dell’Incarnazione.
Il mondo di oggi cerca ancora, forse più di sempre, il segno dell’anima e del corpo insieme, e per questo desidero ribadirlo in prefazione.
Altro aspetto che ho tenuto per ovvio e scontato è il contesto storico e ideologico in cui La Pira si muove. Tento qui una rapida corsa.
Le riflessioni sul valore della persona.
La seconda guerra mondiale con i crolli fisici e ideologici che ne sono derivati.
Crisi della civiltà occidentale? “No, la bibliografia mondiale su questo tema è vastissima”.
Crisi della civiltà cristiana? “No, anzi, emersione di essa, come unica proposta dopo le macerie”.
(Di qui più tardi il significato del titolo: Convegni per la pace e civiltà cristiana).
Le vicende dei governi DC, il centro sinistra, i rapporti col partito comunista.
L’allunaggio e le scoperte dell’universo.
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Non ho ricostruito il primo getto di questo scritto, non mi è riuscito. Ho solo inserito qua e là altri ricordi, forse disordinando ancor di più. Pazienza! Sono tante le cose di tutti quegli anni, dal ’43 in avanti, in cui il lavoro, nel dopoguerra, il Consiglio Comunale e dopo, per altri impegni in Italia e fuori, mi ha fatto, per così dire, quotidiana testimone.
Personalmente volevo porre una pietra per quello scrittore o quegli scrittoti che verranno: La Pira prima di tutto e soprattutto era un cristiano!
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Dico grazie con affetto agli amici che mi hanno spinto consistenza e a quelli che esitavano date nuovi con i quali ci incontreremo a causa di La Pira. A tutti noi il signore metta in cuore di collaborare alla ‘fioritura’: come in cielo così in terra.
E, come La Pira, consegno questo libro alla Madonna, al suo sorriso, alla sua benedizione.
18 ottobre 1980, S. Luca Evangelista.
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Perché proprio san Luca? Forse perché il santo medici, sia dei corpi sia delle anime (cf. Giuseppe Ricciotti, Vita di Gesù Cristo, Arnoldo Mondadori, Verona 1974, p. 130).
Carlo Nardi, La riscrittura ne ‘L’attesa della povera gente’. Teologia biblica ed economia, in I cattolici e la piena occupazione ‘L’attesa della povera gente’ di Giorgio La Pira. A cura di Piero Roggi (m. 2020). Introduzione di G. Conticelli, A. Giovagnoti, A. Giuntini, A. Magliuei, C. Nardi, S. Nerozzi, L. Pagliai e D. Parisi, Giuntini Editrice, Firenze 2005, pp. 137-168.