Percorriamo la via di una «carità che non abbia finzioni»
di Stefano Liccioli · «Vi regalo questo monopattino perché per me è troppo piccolo». Il giorno di Natale noto questo biglietto su un monopattino (più o meno nuovo) lasciato davanti ai locali di un parrocchia dove, di solito, si consegnano pacchi alimentari alle persone bisognose.
Il messaggio di questo anonimo “benefattore” mi fa pensare non tanto che fosse un dono di Babbo Natale (che, per quanto si sappia, possiede slitta e renne e non monopattini), ma sul nostro modo di concepire la carità.
Quante volte, infatti, il nostro dare agli altri, soprattutto alle persone povere, è un modo per liberarsi del superfluo, di ciò che non usiamo più ed ingombra ormai i nostri armadi e le nostre cantine?
Quante volte la nostra generosità è condizionata da secondi fini (niente di illecito o di illegale, ci mancherebbe), ma difetta di quella gratuità che invece farebbe risplendere il nostro donare?
Quante volte siamo disposti a rinunciare veramente a qualcosa a cui teniamo per fare felici gli altri?
Trova il tempo di pensare
Trova il tempo di pregare,
Trova il tempo di ridere.
È la fonte del potere
È il più grande potere sulla Terra
È la musica dell’anima.
Trova il tempo per giocare
Trova il tempo per amare ed essere amato
Trova il tempo di dare
È il segreto dell’eterna giovinezza
È il privilegio dato da Dio
La giornata è troppo corta per essere egoisti.
Trova il tempo di leggere
Trova il tempo di essere amico
Trova il tempo di lavorare
E’ la fonte della saggezza
E’ la strada della felicità
E’ il prezzo del successo.
Trova il tempo di fare la carità
E’ la chiave del Paradiso.