Studio Caritas-Legambiente: così l’inquinamento s’intreccia con le povertà
di Carlo Parenti · Nell’anno del quinto anniversario di pubblicazione dell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, che ha influenzato fortemente il dibattito sui temi ambientali, non solamente in ambito cattolico, Caritas Italiana e Legambiente hanno presentato on line lo scorso 27 novembre un rapporto di ricerca (di ben 249 pagine) che approfondisce il legame tra la dimensione ecologica di attenzione alla “casa comune” e la dimensione della povertà e del disagio sociale.
Il rapporto Territori Civili intende cogliere e raccontare la dimensione sociale e quella ambientale in modo integrato, mettendo in luce, al contempo, anche le esperienze innovative nate sul territorio in grado di rispondere e coniugare i due ambiti. Un tema, quello dell’interconnessione tra degrado dell’ecosistema e degrado sociale, già nitidamente sottolineato da Papa Francesco nella sua Enciclica Laudato si’, pubblicata cinque anni fa. “Non esistono due crisi separate, sociale e ambientale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale, per rispondere alla quale serve un approccio integrale, al fine di combattere la povertà e al tempo stesso prendersi cura della natura” (n.139) scriveva Papa Francesco. Parole che fecero indubbiamente da spartiacque nella consapevolezza delle forti relazioni che esistono tra povertà e questioni ambientali. Secondo l’approccio dell’ecologia integrale, che percepisce come fortemente interconnessi società, economia e ambiente (condividendo in tal senso molti punti con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite) “l’analisi dei problemi ambientali è inseparabile dall’analisi dei contesti umani, familiari, lavorativi, urbani, e dalla relazione di ciascuna persona con sé stessa, che genera un determinato modo di relazionarsi con gli altri e con l’ambiente” (n.141).
Proprio a partire da questi assunti teorici, prende forma lo studio realizzato dalla sinergia tra Caritas Italiana e Legambiente, l’approccio culturale e metodologico della loro ricerca comune. Le situazioni di rischio ambientale, la riduzione della biodiversità, il cambiamento climatico e l’attuale pandemia ci mostrano che siamo tutti nella stessa barca, ma anche che nessuno può salvarsi da solo.
Nella seconda parte del rapporto Cagliari, Campi Bisenzio (Firenze), Lecco, Lucca, Marcianise (Caserta), Padova, Palermo, Pontecagnano (Salerno), Reggio Calabria, Taranto, Terni sono i 12 comuni di cui viene presentata l’indagine qualitativa. L’indagine è stata condotta sul campo, attraverso interviste grazie alle quali sono stati messi a fuoco punti di forza e di debolezza socio-ambientali delle dodici città casi-studio e, al tempo stesso, messi in risalto i percorsi progettuali attivi o in via di definizione con cui raccontare il percorso di innovazione sociale e ambientale del territorio osservato. Sono 36 le esperienze raccontate, che rappresentano solo alcune delle tante progettualità intercettate. Esperienze valutate in base a 22 parametri. Un patrimonio importante, che racconta, in maniera significativa, la spinta culturale e la visione strategica che attraversa l’Italia da Nord a Sud.
Chi fosse interessato solo ad una agevole sintesi in 6 pagine del voluminoso rapporto può leggere qui (vedi).