Il sentire francescano e dell’Oriente cristiano per la Chiesa nel cambiamento d’epoca
di Dario Chiapetti · Che la Chiesa cattolica riconosca sempre più come un tratto che qualifica la sua identità quello di manifestare pienamente il suo orizzonte ecumenico è un dato emergente. Ad esempio, relazioni sempre più fraterne sono presenti tra il papa e il patriarca ecumenico. Si pensi al primo viaggio apostolico di Francesco, a Lesbo, che si svolse alla presenza di Bartolomeo, all’enciclica Laudato sì che il papa, in Fratelli tutti, ha affermato essergli stata ispirata da quest’ultimo, all’indizione nel 2015 della giornata mondiale di preghiera per la cura del creato su suggerimento del metropolita di Pergamo Ioannis Zizioulas, alla prassi consolidata dello scambio di delegazioni in occasione della solennità dei Santi Pietro e Paolo e di Sant’Andrea.
Ma anche che la Chiesa cattolica stia ponendo come aspetto rilevante della propria autocoscienza il sentire francescano, è un dato facilmente constatabile. Recentemente padre Antonio Spadaro nel commentare l’ultimo concistoro ha affermato: «il carisma francescano deve permeare sempre di più la Chiesa, essere al centro della Chiesa».
Ed è proprio questo sentire che costituisce un terreno fecondo per l’incontro e l’azione testimoniale della Chiesa cattolica e del Patriarcato ecumenico. In tale linea va, ad esempio, il conferimento del dottorato honoris causa in ecologia integrale da parte della Pontificia Università Antonianum, lo scorso 21 Ottobre (vedi), in occasione del quale Bartolomeo ha tenuto la prolusione per l’apertura dell’anno accademico.
Due aspetti, profondamente francescani e orientali, che costituiscono questa fraterna sinergia tra le chiese sono: 1- la tutela e la cura del creato, in quanto casa comune che Dio ha donato agli uomini e posto nelle loro mani affinché potessero esprimere il loro essere creaturale secondo l’immagine e la somiglianza divine, la cui sopravvivenza è proprio il contenuto dell’azione salvifica di Cristo, e 2- la pace e la fratellanza universali, all’insegna della giustizia, che rappresentano il dono del Risorto, che abilita i destinatari a partecipare all’azione di comunicazione di esso a tutta l’umanità.
Le profonde consonanze tra il sentire francescano e dell’Oriente cristiano, che queste righe hanno solo in minima parte evocato, rivelano la comune Tradizione ecclesiale – quella dei Santi Padri – che accomuna le chiese, ortodosse e cattolica. Esse stanno emergendo nell’autocomprensione e nell’azione della Chiesa che cerca di manifestare la sua vocazione di «segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano» (Lumen Gentium, 1), nel cambiamento d’epoca che sono i giorni nostri.