Costruire il bene comune, sporcandosi le mani (ma conservando il cuore pulito)
Nel mio intervento, a commento del sesto canto del Purgatorio, ho messo in evidenza che lo scenario descritto da Dante Alighieri è caratterizzato da contrapposizioni e da lotte tra individui e fazioni all’interno dell’Italia dell’epoca. Oggi come allora la soluzione ai conflitti sociali non sta nel ricorso all’uso della forza, ma nel rispetto delle leggi che sono alla base del vivere sociale. Dante sembra convinto che il freno all’arbitrio dei più forti stia nel fatto che tutti obbediscano alle regole, ma di fronte al disordine invoca l’intervento di una sorta di Deus ex machina: l’imperatore. La tentazione di riporre tutte le attese in un uomo che da solo risolve tutti i problemi è sempre in agguato. Ma è una tentazione che, con buona pace di Dante, deve essere ricacciata indietro proprio come tale perché si tratta di una falsa soluzione. Ritengo infatti che le divisioni nella comunità civile si superino veramente solo con la ricerca del bene comune da parte di ciascuno dei membri della società, nessuno escluso.