Interesse nazionale e Diritti umani: un rapporto tra il conflitto e l’armonia

Dichiarazione universale dei diritti umanidi Leonardo Salutati • Il rapporto tra diritti umani e interesse nazionale viene raramente analizzato, ma ricorre come tema alla base di molte vicende. Quando leggiamo di omicidi mirati in Medio Oriente, sfratti di massa in megalopoli in Asia e Africa, cyber-spionaggio internazionale o barriere create nelle nazioni più ricche per fermare i migranti e i richiedenti asilo, le questioni in campo possono essere condensate in un’unica domanda: deve prevalere l’interesse nazionale o la protezione dei diritti umani? Da una parte vi è chi è convinto che l’interesse nazionale debba sempre prevalere, dall’altra chi ritiene che i diritti umani vengano sempre al primo posto.

Al riguardo non è superfluo ricordare che il cosiddetto interesse nazionale è definito sulla base di spesso vaghi progetti politici, mentre i diritti umani sono chiaramente descritti in una serie di trattati internazionali. In realtà i due concetti appartengono a due diversi ambiti: la politica e la legge. La politica indica le possibili azioni da intraprendere a beneficio di una collettività, mentre la legge si riferisce generalmente al sistema di regole che prescrivono quali di queste azioni sono lecite. Per questo, da un punto di vista strettamente giuridico, la scelta dei governi dovrebbe essere più semplice di quanto sembri, in quanto tutti gli Stati dovrebbero sempre rispettare gli obblighi di diritto internazionale.

Tuttavia vi è chi ritiene che, in circostanze eccezionali, i governi possano ricorrere a misure estreme indipendentemente dalla salvaguardia dei diritti umani. Però, a parte il fatto che il sistema dei diritti umani comprende già gli strumenti per affrontare circostanze eccezionali e bilanciare i conflitti di interesse, tutti gli interessi “nazionali” o di altro tipo dovrebbero sempre essere debitamente valutati alla luce delle conseguenze delle azioni. Basti pensare alle atrocità commesse da un gruppo su un altro: dal genocidio alla tortura, dalle uccisioni extragiudiziali all’apartheid, ai casi delle morti di civili e di bambini, degli stupri di donne, del respingimento di uomini in paesi in cui rischiano di essere torturati.download (1)

Evidentemente aderire al sistema dei diritti umani comporta una riduzione della sovranità statale, che tuttavia è autoimposta dallo stesso Stato aderente mediante la definizione dei principi costituzionali che proteggono i diritti fondamentali e costituiscono la base del sistema internazionale dei diritti umani. Ma è solo grazie a questa limitazione che è possibile contestare i dittatori per la scomparsa di oppositori politici, i governi per la repressione delle minoranze religiose, gli Stati quando lasciano morire di fame i poveri mentre le risorse naturali locali sono devastate dalle grandi imprese.

Immagini-Giornata-dei-Diritti-UmaniQueste considerazioni e i progressi compiuti nel campo dei diritti umani, ormai patrimonio della cultura giuridica internazionale ed anche della coscienza dell’umanità, sono stati e sono anche oggetto di riflessione della Dottrina sociale della Chiesa e dell’impegno della Chiesa, che « in forza del Vangelo affidatole, proclama i diritti umani, e riconosce e apprezza molto il dinamismo con cui ai giorni nostri tali diritti vengono promossi ovunque», ma ricorda anche che: «Chiunque segue Cristo, l’uomo perfetto, diventa anch’egli più uomo» e che soltanto Lui «può sottrarre la dignità della natura umana al fluttuare di tutte le opinioni», in quanto «Nessuna legge umana è in grado di assicurare la dignità personale e la libertà dell’uomo, quanto il Vangelo di Cristo, affidato alla Chiesa» (GS 41).