«Firenze 1450 – Firenze oggi». I luoghi di Marco Rustici orafo del rinascimento
Di questo progetto editoriale Elena Gurrieri, studiosa di italianistica e bibliotecaria del Seminario fiorentino è stata la tenace e sapiente coordinatrice. In particolare, ella ha curato la pubblicazione dei dieci saggi che, raccolti nella sezione intitolata Un viaggio attraverso la storia, l’arte e la Chiesa della Firenze del XV secolo, introducono il testo di Marco Rustici nel volume dedicato all’edizione critica del Codice.
Cristina Acidini, storica dell’arte di fama internazionale e responsabile nel corso degli anni di importanti incarichi istituzionali per la tutela del patrimonio artistico, ha firmato il primo dei saggi, dedicato alla peculiarità iconografica del Codice: Un pio racconto per immagini nei primi trenta fogli del Codice Rustici.
Insieme Acidini e Gurrieri hanno redatto le didascalie alle immagini che nel suddetto volume aprono la sezione dedicata alle tavole illustrate.
Il libro si divide in due parti: una prima parte introduttiva, che presenta l’autore e il contenuto del Codice, e una seconda descrittiva, in cui si mettono a confronto 38 luoghi della Firenze del Quattrocento illustrati nel Codice, con i corrispettivi siti della città attuale.
Da questo percorso introduttivo veniamo a sapere che Marco Rustici (1392 o 1393-1457) era un benestante orafo fiorentino, di umili origini, autore della propria fortuna, uomo di media cultura e di grande fede. Apprendiamo che il contenuto dell’opera scritta e illustrata dal Rustici concerne un viaggio (probabilmente immaginario) in Terra Santa con digressioni bibliche, teologiche, morali, agiografiche e devozionali, e che la descrizione del viaggio è per così dire inclusa fra la descrizione e l’elogio di Firenze che costituiscono la prima e l’ultima parte dell’opera. Scopriamo che, per il lettore non addetto ai lavori, la parte del Codice sicuramente più interessante è costituita dalle immagini, di grande valore documentativo ma anche artisticamente apprezzabili, con cui l’autore, avvezzo in quanto orafo all’arte grafica, ha corredato il testo.
Le ultime tre schede della prima parte sono dedicate rispettivamente alle raffigurazioni di Fiesole, dell’immaginato antico teatro della Florentia romana, degli umanisti che il Rustici colloca idealmente a presidiare le porte della città.
La seconda parte del volume presenta, come si è detto, i luoghi di Marco Rustici, 38 siti della Firenze quattrocentesca legati all’esperienza e alla testimonianza di fede dell’orafo fiorentino, attraverso altrettante schede corredate da foto a colori che permettono di confrontare i disegni realizzati dall’orafo fiorentino (e riprodotti nella stessa scala degli originali del Codice) con i luoghi corrispettivi così come si presentano oggi.
Dal confronto il lettore può constatare che alcuni edifici sono rimasti pressoché identici, come il Battistero di San Giovanni nel quale l’unica differenza significativa appare nella copertura a piramide tronca, caratterizzata nell’immagine quattrocentesca da imponenti costoloni poi scomparsi nei rifacimenti successivi che hanno inspessito il rivestimento marmoreo della cupola per garantirne una migliore impermeabilizzazione. Sostanzialmente uguale appare il campanile della Badia Fiorentina, mentre nel disegno della Cattedrale di Santa Maria del Fiore spicca la fedele riproduzione dell’incompleta facciata arnolfiana, distrutta nel Cinquecento e oggi ricostruita all’interno del Museo dell’Opera del Duomo.
Altri edifici hanno subito cambiamenti significativi, come la chiesa di Sant’Egidio, inglobata nello sviluppo dell’Ospedale di Santa Maria Nuova, altri sono del tutto scomparsi, come la chiesa di San Bartolomeo di cui rimangono, tuttavia, alcune vestigia all’interno dei Magazzini Coin, in via del Corso.
In alcuni casi si può constatare che le raffigurazioni del Rustici, pur nella loro stilizzazione, offrono una riproduzione sorprendentemente esatta dei luoghi della Firenze quattrocentesca come risulta dal confronto del disegno della chiesa di Sant’Egidio con un affresco di Bicci di Lorenzo conservato ancora oggi all’interno dell’Ospedale che ha inglobato la chiesa. Compulsando le schede si scopre, addirittura, che in un caso gli schizzi di Marco di Bartolomeo sono serviti da guida per il restauro di un’antica torre, la Torre della Pagliazza, avvenuto durante gli anni Ottanta del secolo scorso.
Talvolta, invece, i disegni presentano evidenti elementi di fantasia, come nel caso della raffigurazione, del tutto fuori scala, del campanile di San Lorenzo.
Anche da questi dettagli si comprende come il libro si presenti come un’opera agile ma seria, in cui si armonizzano felicemente filologia e leggerezza (intesa come competenza divulgativa attraverso uno stile accattivante), capacità di stimolare l’interesse per la cultura ed estro di favorire il gusto della curiosità.
Direi che il modo ideale di leggere questo libro sia quello di portarlo a spasso per le vie del centro di Firenze, nel tempo libero, e di ripercorrere attraverso le sue pagine i passi che hanno pazientemente percorso le autrici alla riscoperta dei luoghi di Marco Rustici.
Insomma un libro per conoscere meglio ed amare più a fondo Firenze, soprattutto attraverso percorsi inconsueti e minori nei quali cultura seria e divertimento, rigore storico ed immaginazione possono felicemente incontrarsi.