Recenti peripezie della finanza vaticana
di Giovanni Campanella • Il giornalista Francesco Peloso ha scritto per la Marsilio Editori un libro intitolato La banca del Papa – Le finanze vaticane fra scandali e riforma, uscito nel Maggio 2015. E’ un libro molto duro e veemente che non risparmia nessuno. Numerosi e interessanti sono i dati forniti sulla gestione economico-finanziaria dell’apparato ecclesiale universale e della Santa Sede in particolare. Tuttavia, anche se Peloso plaude ai cambiamenti attuati da Papa Francesco in favore di trasparenza e giustizia, la sua visione di Chiesa appare pessimista e mondana. La Chiesa è presentata come un oscuro coacervo di fazioni contrapposte che aspirano ad allargare la propria fetta di potere e influenza nei posti chiave della gerarchia. Ne emergono descrizioni disilluse e ciniche che talvolta sfociano nella banalizzazione. Non si può certo pretendere un’agiografia incensata ….. e indubbiamente la storia dello Ior è costellata di notevoli e numerosi macchie. Però si avverte nell’autore un velato diletto nell’indulgere sugli intrighi di potere intra ed extra-ecclesiali, anche un po’ per impressionare il lettore. I personaggi che descrive sono assai spesso monodimensionali, esclusivamente caratterizzati dalla propria ambizione.
Vero è che il denaro, se da una parte può e deve servire Cristo, dall’altra parte occorre che chi ne gestisce ingenti somme sia fortemente e specialmente abbracciato a Cristo. In tutte le epoche il denaro è sempre stato una “brutta bestia” da domare. Già in 1Tm 6,10 si afferma che «l’avidità del denaro infatti è la radice di tutti i mali». E l’evangelista Giovanni ci avverte che il denaro contribuì a corrompere perfino uno dei Dodici (cf. Gv 12,6).
L’ultimo capitolo è tutto incentrato sulla visione sociale di Papa Francesco. «In un libro-conversazione scritto a quattro mani dall’ex arcivescovo di Buenos Aires con il suo amico argentino, il rabbino Abraham Skorka, e pubblicato in Italia subito dopo la sua elezione ma risalente a un periodo precedente» (p. 192) il futuro papa accusa chi vuole sanare i propri furti e loschi traffici con la beneficenza e anzi afferma che bisogna diffidare specialmente di tali cristiani. «C’è un detto di un predicatore dei primi secoli del cristianesimo che sostiene che dietro una grande fortuna si nasconde sempre un crimine. Non credo sia sempre così. Ma sono d’accordo con lei: alcuni credono di potersi lavare la coscienza con una donazione» (Bergoglio in Il cielo e la terra come citato da Peloso a p. 193).