Il dolore di Dio. A 50 anni da «Il Dio crocifisso» di Moltmann

Mi pare che la “teologia della croce” espressa ne’ Il Dio crocifisso sia caratterizzata da due punti fondamentali.

1) Innanzitutto, il fatto che con quest’opera si guarda al mistero della Croce non tanto – o, almeno, non in prima battuta – dalla parte dell’uomo, ma piuttosto dal punto di vista di Dio. Si trattava cioè di verificare come la morte di Cristo tocchi Dio. In qualche modo, si potrebbe dire che il libro risponde alla domanda: cosa accade in Dio se una persona della Trinità muore in croce?

Giungiamo ora a percorrere alcune tracce che scaturiscono dall’opera di Moltmann. Il teologo riformato, in connessione con la cosiddetta “teologia della morte di Dio” offre lo spunto per una seria messa in discussione di alcuni punti della tradizione teologica: quella tradizione teologica che pareva esser maggiormente preoccupata di non rinnegare la prospettiva della metafisica classica su Dio, piuttosto che accogliere quella evangelica. In effetti, è il Vangelo che dovrebbe guidare una seria teologia. Dovrebbe essere la Rivelazione la misura della metafisica – quando essa si volge a Dio – non il contrario. D’altra parte c’è un punto che non deve esser dimenticato. Come insegna l’antichissimo “argomento soteriologico” (la cui prima attestazione può essere rintracciata nel Simbolo niceno), è necessario che quel Dio che muore in croce, resti Dio, per poter salvare.