Cinquanta anni fa «Communio». Teologia, tradizione, modernità
di Francesco Vermigli · Era il febbraio del 1970 quando su Le Monde – notizia nascosta tra ben altre notizie… su tutte i primi passi del disimpegno militare in Vietnam voluto dalla presidenza Nixon e dal suo consigliere Henry Kissinger – comparve un articolo in cui si leggeva di un incontro a Parigi tra tre teologi di rilevanza assoluta (Hans Urs von Balthasar, Henri de Lubac e Joseph Ratzinger), che avevano manifestato l’idea di fondare una nuova rivista. La notizia proseguiva dicendo che quel progetto sembrava essersi arenato.
communio è però straordinariamente coerente con l’ecclesiologia di de Lubac: quell’ecclesiologia che guarda al mistero della Chiesa a partire dal dono della comunione che le proviene dall’alto. Ai nomi di Balthasar, de Lubac e Ratzinger (e di Corecco…) si devono aggiungere altre figure eminenti della teologia conciliare e postconciliare, che essi vi siano stati fin dalla fondazione della rivista o che vi si siano inseriti nel corso degli anni: i futuri cardinali Walter Kasper, Karl Lehmann, Jorge Arturo Medina Estévez, Marc Ouellet, Christoph Schönborn, Angelo Scola, ma anche l’oratoriano Louis Bouyer, il domenicano Marie-Joseph Le Guillou, il filosofo Jean-Luc Marion. In Italia, poi, la rivista non può che associarsi al nome di Elio Guerriero, che ha animato a lungo l’edizione italiana, ora purtroppo chiusa da alcuni anni.
permette di vedere con un certo distacco e una maggiore obiettività. Che proprio la differenza di prospettiva tra la due riviste non dovrà mai essere pensata al di fuori di un principio cattolico fondamentale. Si potrebbe definire anzi esser questo il principio cattolico per eccellenza: che cioè la teologia ha costitutivamente un carattere plurale, perché si rivolge al Mistero santo di Dio che trascende le nostre capacità intellettuali. Vale a dire che il Mistero che indaga la teologia proprio perché trascende le nostre capacità, sopporta nella sua stessa identità che vi siano vie diverse attraverso le quali accostarvisi.