Un testo inedito di san Francesco o della prima comunità francescana e il senso e l’importanza della predicazione
di Dario Chiapetti • Nel 2007 lo studioso Jacques Delarun scoprì cinque frammenti di testo, copiati in cinque manoscritti diversi, che ipotizzò appartenere a una Vita di san Francesco, chiamata dallo studioso Leggenda umbra, avente per autore Tommaso da Celano, anteriore alla Vita seconda, sempre dello stesso autore. Brevemente, essa sarebbe una sintesi della Vita prima, anche questa di Tommaso da Celano, che prenderebbe a prestito materiale della Vita di Giuliano da Spira e della Leggenda del coro e che influenzerebbe la Leggenda dei tre compagni e il Trattato dei miracoli. Il suo tratto peculiare è che presenta una visione positiva della figura di fra Elia da Cortona, controverso successore di Francesco alla guida dell’Ordine. Sulla base di ciò, si ipotizza che il presente testo sia molto primitivo e si spiega il suo essere stato presto dimenticato, si ricordi anche come l’Ordine fece distruggere nel 1266 tutte le Vite anteriori a quelle di Bonaventura.
Poiriel, nel suo studio, osserva, innanzitutto come il testo presenti errori che sono di copiatura, il che fa pensare al fatto che riporti tracce di un testo precedente. Dallo stile vivace e costruito sintatticamente, a volte in modo impreciso, si ipotizza ad una sorta di omelia o un sermone pronunciato oralmente. Oltre agli errori di copiatura, si osserva una consistente pervasività della lingua italiana e una scarsa padronanza del latino, aspetti, questi, attribuibili, nel caso, più all’autore che al copista. Quindi, non si tratta, forse, della produzione di un istruito chierico ma di un semi-letterato e, probabilmente, di un discorso pronunciato oralmente e ricostruito poi sulla base dei ricordi di un ascoltatore e di note prese al volo, come i repentini cambi di argomento lasciano supporre.
Ciò che attira l’attenzione è la grande vivacità del discorso e la struttura dialogale che invita chi ascolta e chi legge a inserirvisi. Tale dialogo risulta intavolato da un Dio che, con profonda passione per l’uomo, mette questi davanti al suo peccato e, con sapiente fare pedagogico, lo conduce a comprendere la sua situazione, pentirsi e mendicare misericordia, la quale prontamente viene concessa. Il testo risulta assai coinvolgente giacché, non da ultimo, dà viva voce alle numerose citazioni scritturistiche che lo costellano, segno di una frequentazione stretta tra il predicatore e la Bibbia.
E tutto ciò risulta di grande provocazione anche per i predicatori della Chiesa, anche oggi nuovamente sotto il segno di Francesco.