Don Giulio Facibeni, Giusto tra le Nazioni e Venerabile

don-facibeni-la-pira-440x264di Carlo Parenti • Voglio qui collegare due avvenimenti per affrontare la tematica universale del bene contro il male:

Ebbene il legame tra i due eventi è giustificato dal fatto che il Padre, come i suoi orfani appellavano don Giulio, è un Giusto tra le Nazioni per la sua opera a favore degli ebrei a Firenze durante l’olocausto. Il termine Giusti tra le nazioni (Righteous Among the nations, in ebraico: Chasidei Umot Haolam) indica i non ebrei che hanno rischiato la propria vita per salvare anche un solo ebreo dal genocidio nazista, dalla Shoah. Sono oltre 20.000 i Giusti nel mondo e 417 gli italiani e l’elenco di questi è nel sito: storiaxxisecolo.it alla voce: deportazionegiusti.

Infatti don Facibeni nascose nella sua Opera molti ebrei ricercati dai tedeschi insieme anche a patriotti, partigiani e clandestini.

targa

Ricorda Louis Goldman, in un libro da lui pubblicato negli Stati Uniti [Goldman L., Friends for Life: The Story of a Holocaust Survivor and His Rescuers, 1993] e poi tradotto in Italiano [Louis Goldman, Amici per la vita ,Ed. SP44,Firenze, 1983] che in primavera sarà nuovamente nelle librerie per iniziativa dell’Opera Madonnina del Grappa, con prefazione di don Corso Guicciardini, successore del Padre:

Per ulteriori notizie sull’azione di don Giulio Don Facibeni nel soccorso agli Ebrei stranieri rifugiati a Firenze e sull’aiuto dato a Louis e Harry Goldman e all’altro giovinetto, Willy Hartmayer, si veda anche (Link). In particolare, per maggior sicurezza, Don Facibeni nascose i tre ragazzi in un piccolo edificio separato dall’Opera procurando loro documenti falsi che li identificano come profughi italiani di guerra provenienti da Nizza. I tre in realtà erano scappati prima dalla Francia e poi dalla caserma-prigione sul Lungarno Pecorari dove sono state rinchiuse le famiglie di Ebrei stranieri arrestati durante la retata del 6 novembre 1943, in attesa della deportazione ad Auschwitz.

Altri i Giusti che operarono a Firenze oltre il Padre e don Leto Casini: Il card. Elia dalla Costa, don Cipriano Ricotti, madre Maria Agnese Tribbioli, Mons. Giacomo Meneghello, Gino Bartali e anche il lucchese don Arturo Paoli. Quanto al cardinale Dalla Costa così scrive lo Yad Vaschem di Gerusalemme nella motivazione della nomina a Giusto: «per aver offerto rifugio a oltre 110 ebrei italiani e 220 stranieri».

Come si legge nel Talmud: «Chi salva anche solo una vita, salva il mondo intero».