«Sul luogo dell’ecclesiologia»

Ora, ciò che preme ad Alessandro Clemenzia a sviluppare in questi sette densi capitoli che compongono il suo volume (Sul luogo dell’ecclesiologia. Questioni epistemologiche, Città Nuova, Roma 2018) è esattamente la Chiesa come luogo, sulla scia di maestri di rilievo ma anche con un linguaggio di originalità creativa. Dall’Intelligenza della fede al Metodo, dall’Ontologia relazionale e trinitaria – Spirito santo – al Principio di individuazione, dal Linguaggio e l’Ermeneutica e dalla Comunicazione ed Ecclesiogenesi al “luogo” della Chiesa, Clemenzia riassume questioni complesse con padronanza elegante, sempre attenta alle fonti che compongono la riflessione sulla Chiesa.

Dio è trinitariamente uno nello Spirito, vinculum unitatis (p. 62): qui si apre la strada a quella pericoresi che Gregorio di Nazianzo utilizza in chiave cristologica e Giovanni Damasceno nelle relazioni intradivine, dove viene situata dalla teologia tradizionale.

Sta tutto nel rapporto tra il mistero pasquale di Cristo e il mistero trinitario del Dio Uni-trino la chiave per riappropriarsi del senso dell’ecclesiologia. È infine da approfondire il ruolo (e il luogo) dello Spirito nel (ri)creare quelle relazioni reali intra ed extra ecclesiali che sembrano essere l’ultimo orizzonte dei tempi che la Provvidenza ci assegna per la nostra vita.

Peraltro, non va mai dimenticato che dum ea Romani parant consultantque, iam Saguntum summa vi oppugnabatur (Tito Livio, XXI, 7, 1), ossia, in altre parole, mentre si approfondiscono tematiche di sommo interesse, c’è il rischio di dimenticare che la realtà supera infinitamente il nostro modo di rappresentarla (cf. Evangelii Gaudium 231: «la realtà è superiore all’idea»).