L’1% più ricco continua a possedere più ricchezze di tutto il resto dell’umanità
di Carlo Parenti • Mentre il Forum Economico Mondiale di Davos vede riunito dal 22 gennaio l’Olimpo del business mondiale , Oxfam –autorevole ong britannica- denuncia (nel suo rapporto annuale: sito web, sempre più fortemente le mancanze del sistema economico attuale, che consente solo a una ristretta élite di accumulare enormi fortune, mentre centinaia di milioni di persone lottano per la sopravvivenza con salari da fame.
Nel corso dell’ultimo anno il numero dei miliardari è aumentato come mai prima: uno in più ogni due giorni. La ricchezza dei miliardari si è accresciuta di 762 miliardi di dollari nell’arco di 12 mesi, un incremento che, a titolo comparativo, rappresenta 7 volte l’ammontare delle risorse necessario per far uscire dallo stato di povertà estrema 789 milioni di persone. In altre parole: le fortune dei super-ricchi sono aumentate del 12% lo scorso anno. Di tutta la ricchezza creata nell’ultimo anno, l’82% è andato all’1% della popolazione, mentre il 50% meno abbiente non ha beneficiato di alcun aumento. In base a nuovi dati forniti da Credit Suisse, attualmente 42 persone possiedono la stessa ricchezza dei 3,7 miliardi di persone meno abbienti.
Il lavoro pericoloso e scarsamente pagato della maggioranza della popolazione mondiale alimenta l’estrema ricchezza di pochi. Nel periodo 2006-2015 il reddito dei lavoratori comuni è aumentato in media del 2% all’anno mentre la ricchezza dei miliardari ha goduto di un incremento annuo di quasi il 13%, cioè 6 volte di più. Le condizioni di lavoro peggiori spettano alle donne, e quasi tutti i super ricchi sono uomini. Si pensi che mentre i patrimoni dei miliardari sono aumentati di 762 miliardi in un anno, le donne contribuiscono all’economia globale fornendo lavoro di cura non retribuito pari ad un valore annuo di 10.000 miliardi di dollari.
La giustificazione economica comunemente fornita per il fenomeno della disuguaglianza è che questa rappresenti un incentivo per l’innovazione e gli investimenti. Si dice che i miliardari siano la massima dimostrazione dei benefici generati dal talento, dal duro lavoro e dall’innovazione, e che i vantaggi ricadano su tutti noi.
I monopoli portano eccessivi guadagni nelle tasche di proprietari e azionisti, a tutto discapito del resto dell’economia. Il potere monopolistico genera estrema ricchezza. Il potere monopolistico va di pari passo con il clientelismo: ciò significa che i potenti interessi privati hanno la capacità di manipolare le politiche pubbliche in modo da rafforzare i monopoli esistenti e crearne dei nuovi. Privatizzazioni, svendita di risorse naturali cedute ben al di sotto del loro valore, corruzione negli appalti pubblici, esenzioni e scappatoie fiscali sono tutti strumenti grazie ai quali gli interessi privati, traendo vantaggio dalle proprie relazioni, possono arricchirsi a discapito dell’interesse pubblico.
Oxfam ha calcolato che, in totale, circa due terzi dei patrimoni dei miliardari provengono da eredità, monopolio e clientelismo.
Ad incrementare i patrimoni dei più ricchi sono molto spesso anche gli abusi fiscali praticati da singoli individui e dalle imprese di cui sono proprietari o azionisti. Sfruttando la rete globale di paradisi fiscali, come dimostrato dalle vicende dei Panama Papers e dei Paradise Papers, i super ricchi riescono ad occultare alle autorità fiscali almeno 7.600 miliardi di dollari. Dalle nuove analisi condotte dall’economista Gabriel Zucman risulta che l’1% più ricco evade le imposte per un valore stimato di 200 miliardi di dollari. Il mancato gettito fiscale conseguente all’evasione da parte delle imprese e dei super ricchi sottrae ai Paesi in via di sviluppo almeno 170 miliardi di dollari all’anno. I miliardari che hanno costruito le proprie fortune in mercati competitivi lo hanno fatto spesso speculando sul livello dei salari e sulla qualità delle condizioni di lavoro, obbligando i vari Paesi ad una corsa al ribasso suicida su salari, diritti dei lavoratori e concessioni fiscali. Inoltre in tutto il mondo è diminuito il livello di tassazione dei ricchi (si pensi anche alle tesi favorevoli a flat tax) a tutto svantaggio delle politiche di welfare.
Come non pensare di fronte al quadro che abbiamo visto al magistero di Papa Francesco?