di Giovanni Campanella • Esiste un lavoro che si appropria delle opportunità trovate, le trattiene per sé. Esiste, d’altra parte, un lavoro che, una volta trovate le opportunità, le mette a frutto, le moltiplica, ne rende partecipi molti altri. È un lavoro che dà lavoro. Enrico Mattei, con il suo lavoro, ha dato lavoro a molti altri.
L’occasione per parlare di Mattei è data dalla pubblicazione, nell’ottobre 2018, de Il complesso di inferiorità da parte di Edizioni di Comunità. Questo piccolo libro raccoglie alcuni discorsi tenuti da Mattei negli ultimi anni della sua breve ma intensa vita, troncata sfortunatamente nel pieno dell’attività. Tali discorsi sono tratti dall’Archivio storico dell’Eni, che ha contribuito fattivamente nella pubblicazione dello scritto. Il titolo del libro è il titolo del primo discorso, tenuto il 4 dicembre 1961 in occasione dell’apertura dell’anno accademico della Scuola di studi superiori sugli idrocarburi a San Donato Milanese. In esso, Mattei stigmatizza una certa rassegnazione, un certo complesso di inferiorità che gli italiani soffrivano nei confronti di stati più avanzati. Col suo coraggio e la sua attività, ha indicato un sentiero di sviluppo e crescita per il Paese.
Mattei nasce nel 1906 ad Acqualagna, nelle Marche, da una casalinga e un carabiniere. Non conclude gli studi tecnici e lavora prima come verniciatore e poi come garzone in una conceria in cui diventa rapidamente direttore di laboratorio. Nel 1929 si trasferisce a Milano e fa strada nell’industria conciaria fino a fondare l’Industria Chimica Lombarda nel 1934. Milita tra le file della Democrazia Cristiana.
«Nel dopoguerra a Mattei viene affidato l’incarico di liquidare l’Agip, Azienda generale italiana petroli, ma l’imprenditore decide invece di potenziarne le attività affinché l’Italia possa avere un’impresa energetica nazionale. A questo scopo dà nuovo impulso alla perforazione dei pozzi e alla ricerca mineraria. Il risultato dei suoi sforzi è l’istituzione nel 1953 dell’Eni, Ente nazionale idrocarburi, che punta allo sviluppo energetico dell’Italia sia sul piano nazionale sia su quello internazionale. Gli accordi stretti dall’Eni con paesi produttori o consumatori di petrolio e gas presentarono un modello innovativo di cooperazione energetica tra Stati, fondato sulla crescita comune e sul rispetto delle culture e degli stili di vita diversi. Grazie a questo approccio l’Eni di Enrico Mattei riesce a insidiare il predominio delle compagnie petrolifere angloamericane, le famose “Sette Sorelle”, come le definì Mattei stesso all’epoca dello scontro sul petrolio iraniano. (…). Il 27 ottobre 1962 l’aereo di Enrico Mattei, di ritorno dalla Sicilia, precipita nelle campagne di Bascapè, in provincia di Pavia» (pp. 54-55).
Con il suo instancabile lavoro, Mattei riesce a creare opportunità laddove altre imprese ritenevano sconveniente scommettere. Nei discorsi riportati, si evince come sia stato in grado di creare lavoro in Sicilia e in Tunisia. Concludo con alcuni bei passaggi dello stesso Mattei, dal discorso pronunciato il 27 ottobre 1962 a Gagliano Castelferrato (Enna), poche ore prima del tragico incidente:
«Siamo arrivati a scoprire il metano anche a Gagliano: di questo ringraziamo il Signore Iddio, perché gli uomini possono stabilire con i loro mezzi se ci sono le condizioni favorevoli, ma è solo l’aiuto divino che può far arrivare gli uomini a dei successi. (…). Giustamente il vostro presidente diceva che noi non abbiamo nessun profitto personale. È vero: noi lavoriamo per convinzione. Con la convinzione che il nostro paese, e la Sicilia, e la vostra provincia possano andare verso un maggiore benessere; che ci possa essere lavoro per tutti; e si possa andare verso una maggiore dignità personale e una maggiore libertà» (pp. 35-36).