Cristianofobia – Le persecuzioni dei cristiani

 

Occorre poi riflettere poi sulla ben più grave realtà della condizione dei cristiani nel mondo e alla violenza che subiscono specie in Medio Oriente, nell’Africa subsahariana e perfino in India e in Estremo Oriente. Essi sono infatti ridotti al silenzio e assassinati a migliaia. Il saccheggio di chiese e abitazioni e la profanazione di cimiteri sono all’ordine del giorno, così come crocifissioni, roghi di persone vive, mutilazioni, decapitazioni a colpi di accetta. Tutto ciò accade nel silenzio della comunità internazionale, dimentica del fatto che «la libertà di pensiero, di coscienza e di religione» è sancita dalla Dichiarazione dei diritti dell’Uomo. Anche gli ebrei e i musulmani, osserva René Guitton nel libro Cristianofobia1, sono perseguitati, ma il riconoscimento delle loro sofferenze non deve avvenire al prezzo della negazione di quelle dei cristiani. Vi sono forse-osserva l’autore- vittime buone e vittime cattive, vittime di cui si deve parlare e altre riguardo alle quali si deve tacere?

E il tacere sembra la chiave con cui il mondo affronta questa strage. Papa Francesco, nel messaggio urbi et orbi pronunciato il giorno di Pasqua, 5 aprile 2015, dalla loggia della Basilica Vaticana, ha ricordato «i fratelli perseguitati» solo perché cristiani. Li aveva già ricordati al termine della Via Crucis del Venerdì Santo 2015 al Colosseo, rivolgendosi al «Cristo crocifisso e vittorioso» con queste parole: «In Te, divino amore, vediamo ancora oggi i nostri fratelli perseguitati, decapitati e crocifissi per la loro fede in Te, sotto i nostri occhi o spesso con il nostro silenzio complice». E ancora, nel successivo Lunedì dell’Angelo, salutando dopo il Regina Coeli la delegazione del Movimento Shalom che fa capo a don Andrea Cristiani, «arrivata dalla Toscana all’ultima tappa della staffetta solidale per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle persecuzioni dei cristiani nel mondo» ha detto:

Il vostro itinerario sulle strade è finito, ma deve continuare da parte di tutti il cammino spirituale di preghiera intensa, di partecipazione concreta e di aiuto tangibile in difesa e protezione dei nostri fratelli e delle nostre sorelle, perseguitati, esiliati, uccisi, decapitati per il solo fatto di essere cristiani. Loro sono i nostri martiri di oggi, e sono tanti, possiamo dire che sono più numerosi che nei primi secoli. Auspico che la Comunità Internazionale non assista muta e inerte di fronte a tale inaccettabile crimine, che costituisce una preoccupante deriva dei diritti umani più elementari. Auspico veramente che la Comunità Internazionale non volga lo sguardo dall’altra parte”.

Papa Francesco ha così da ultimo2 ricordato:

1 Cristianofobia, la nuova persecuzione, Torino, Lindau, 2010.

2 ANGELUS del 26 dicembre 2016